Castelbianco: Rafforzare valore sociale anche in genitori minori normodotati
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 10 ott. - "Le barriere architettoniche sono state superate razionalmente, restano invece ancora inalterate quelle culturali e sociali". Lo afferma Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), intervenendo al primo convegno della First (Federazione italiana rete sostegno e tutela delle persone con disabilita') in Senato, sul tema 'L'inclusione scolastica, la vita autonoma e indipendente e il dopo di noi'.
"In Italia il motore dell'inclusione reale sono i genitori dei bambini con disabilita', a cui hanno fatto seguito gli esperti e gli insegnanti. Il problema oggi non e' tanto se manchino o meno gli insegnanti di sostegno- precisa l'esperto- ma come debbano essere utilizzati e quali debbano essere le loro ambizioni didattiche. Bisogna affermarlo in senso pedagogico, altrimenti faremo la stessa cosa che fanno i genitori dei bambini senza disabilita': sopportano invece di supportare".
Lo psicoterapeuta punta sull'inclusione sociale del valore della disabilita', "da rafforzare in tutti: professori e genitori dei bambini 'normodotati'. Siamo davanti a un grande paradosso: da un lato i genitori si lamentano di quanti soggetti disabili siano presenti in classe, dall'altro chiedono per i loro figli, nel 30% dei casi, una certificazione per una qualunque disabilita'. Una certificazione che prevede un danno genetico.
Ecco perche' sostengo che il problema dell'inclusione debba essere affrontato culturalmente".
Sono trascorsi tanti anni "e ancora rincorriamo per l'inclusione scolastica obiettivi 'elettronici', a partire dalle Lim, ma non il valore della vita- conclude lo psicoterapeuta- che aiuterebbe giovani ed adulti a capire".
(Wel/ Dire)