Circa uno ogni 10 infastidito da adulti sul Web. Una ricerca in Liguria
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 3 ott. - Il 20% dei tredicenni liguri ha visitato almeno una volta un sito pornografico, benche' solo l'8% delle madri ne sia a conoscenza. Il 40% vi si e' trovato involontariamente, mentre il 9% ha avuto accesso a siti in cui poteva interagire con adulti sconosciuti. Stessa percentuale per chi dice di essere stato infastidito da adulti mentre si trovava online, cosa che in un caso su tre non e' mai stata riferita a nessuno. E ancora: il 50% dei ragazzini intervistati ha inserito i propri dati sensibili in rete e un quinto ha ammesso di aver dato il proprio numero di telefono a qualcuno conosciuto online.
E' quanto emerge dall'indagine sulla percezione dei rischi connessi alla navigazione in Internet da parte di studenti liguri di terza media e dei loro genitori, realizzata dal dipartimento di Scienze della formazione dell'Universita' di Genova, con il coordinamento del professor Carlo Chiorri, e finanziata dal Corecom Liguria con 9.000 euro, di cui 6.000 per una borsa di ricerca post laurea di sei mesi. Coinvolti 1.072 studenti appartenenti a 10 istituti comprensivi e 921 madri, per una popolazione complessiva di riferimento di circa 12.000 persone. Dei 92 ragazzini che hanno dichiarato di essere stati infastiditi da un adulto, il 44% ha ricevuto la richiesta di invio di una foto generica, il 20% di una foto di nudo mentre nel 17% dei casi l'adulto ha inviato una propria foto di nudo. Nel 30% delle situazioni c'e' stata una richiesta di incontro reale mentre nel 60% dei casi i messaggi sono continuati contro la volonta' dell'adolescente. Solo un terzo dei ragazzini ha percepito queste situazioni come una minaccia.
Dal raffronto tra le risposte delle madri e quelle dei figli, sono emerse discrepanze soprattutto nell'analisi delle regole di comportamento online, nella situazione in cui le madri pensano che i figli abbiano imparato a navigare e nella frequenza degli eventi di rischio che le madri sembrano sottostimare benche' considerino internet decisamente piu' pericoloso rispetto ai figli. Lo studio ha anche messo in relazione i dati emersi con le caratteristiche socio-demografiche e psicologiche degli studenti e delle famiglie. Oltre naturalmente al tempo trascorso online e alla quantita' di profili sui social network, l'aver vissuto una situazione di rischio in rete e' strettamente connessa alla ricerca da parte degli adolescenti di sensazioni forti, a tratti particolarmente narcisistici, al sentirsi molto abili nell'uso della rete e dei vari device, all'essere stati vittima di atti di bullismo o educati con stili particolarmente punitivi. Per contro, uno stile genitoriale educativo orientato all'apertura ma con regole e avvertimenti chiari, una maggiore coscienziosita' dell'adolescente e un reddito materno di buon livello si sono dimostrati indicatori di protezione.
La ricerca e' solo la prima parte del progetto messo in campo dal Corecom Liguria. "Ora- spiega il presidente Alberto Maria Benedetti- si apre la fase della formazione per scuole, genitori e ragazzi a scuola volta a far capire quali siano questi rischi, a come individuarli e prevenirli". Per Chiorri, inoltre, e' importante che la formazione riguardi anche "gli aspetti emotivi e comportamentali che, messi in stretta relazione con l'utilizzo della rete, possono portare a un uso piu' consapevole di Internet ed evitare situazioni spiacevoli. In questo caso, il lavoro della scuola e, ad esempio, degli psicologi puo' essere molto prezioso".
IL PRIMO SMARTPHONE ARRIVA TRA I 10 E 12 ANNI - Il 28% dei tredicenni liguri ha ricevuto uno smartphone prima del compimento dei 10 anni, mentre per il 63% il telefonino e' arrivato tra i 10 e 12 anni. Qualche attesa in piu'- emerge dall'indagine- per il primo computer dato che oltre uno studente di terza media su quattro ancora non ne possiede uno.
Il 37% degli studenti coinvolti trascorre in rete fino a 3 ore al giorno, il 20% fino a 5, mentre solo il 25% ci sta meno di un'ora. Guardare video (92%) e ascoltare musica (89%) sono le attivita' preferite assieme alla ricerca di informazioni (85%), solo dopo arrivano le chat (76,5%), i giochi (72%) e decisamente piu' staccato l'uso di Facebook, indicato solamente da poco piu' del 30% degli studenti. Interessante sottolineare anche che solo il 40% spegne il telefono prima di andare a dormire, mentre il 20% lascia attiva anche la vibrazione. "Internet oggi e' una grande opportunita' per tutti, anche per i ragazzi- commenta il presidente del Consiglio regionale della Liguria, Francesco Bruzzone- e' un modo per essere vivi, attivi e sempre collegati con il mondo ma ci sono alcuni aspetti che vanno trattati con attenzione perche' possono diventare pericolosi". Per Bruzzone, "le istituzioni possono mettere l'accento sulla comunicazione dei rischi e, in questo caso particolare la scuola, fare prevenzione, educazione ai bambini e alle famiglie, che puo' essere decisiva nell'evitare successivamente la necessita' di introdurre meccanismi repressivi". Un concetto ripreso anche dal commissario Agcom Francesco Posteraro: "La rivoluzione digitale e' una tappa fondamentale della storia del progresso umano ma non bisogna mai dimenticare che Internet e' un mezzo e come tale indifferente ai contenuti che veicola: la potenza del mezzo, per quanto lo renda utile altrettanto lo rende pericoloso. E' evidente che questi pericoli si moltiplicano per le giovani generazioni". Compito delle istituzioni, per Posteraro, "e' impegnarsi in un'opera di educazione digitale per far si' che tutti siano consapevoli delle dinamiche anche negative che l'uso del mezzo puo' generare. L'educazione presuppone la conoscenza: la repressione serve poco, quello che serve e' far comprendere".
Dal punto di vista della prevenzione, il 14% degli studenti ha riferito che nell'ultimo anno sul suo computer e' stato installato un filtro parentale o di comunque di controllo, benche' le madri abbiano invece detto di aver effettuato questa azione preventiva in oltre il 26% dei casi. Tuttavia, quasi un ragazzino su due non e' stato in grado di fornire questa informazione. Ed e' proprio sul fronte prevenzione che emergono i dati piu' discrepanti tra i questionari compilati dai tredicenni e quelli delle madri: i genitori affermano, infatti, di aver attuato comportamenti protettivi o di aver quantomeno parlato dei rischi della navigazione nella stragrande maggioranza dei casi, mentre in ben piu' di un caso su due dai dati arrivati dagli studenti non arrivano conferme. Infine, circa il 55% delle madri afferma di aver ricevuto un'almeno minima informazione sui rischi dalla scuola, dalla chiesa o da altri gruppi frequentati e il 14% ha vistato un sito dedicato ai genitori per questo genere di problematiche.
(Wel/ Dire)