Cinema, la best practice arriva dall'Italia
'Ho amici in paradiso', il film di Cortese con l'Opera Don Guanella di Roma
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 nov. - Inclusione e riabilitazione s'incontrano al cinema: a dimostrazione che un film puo' fare davvero bene. Ne e' prova la pellicola "Ho amici in Paradiso", girato da Fabrizio Maria Cortese, prodotto da Golden Hour Films con Rai Cinema e realizzato in collaborazione con l'Opera Don Guanella di Roma.
Dall'Italia, la "best pratice" e' sbarcata addirittura a Cuba, presentata come modello d'inclusione ma anche di riabilitazione al convegno "International NeuPsyco Congress" a L'Avana.
Al congresso hanno partecipato 500 delegati, eccellenze della psichiatria mondiale, provenienti da Cuba, Stati Uniti, Inghilterra, Italia, Svizzera Messico, Malesia e altri paesi del mondo e il tema trattato ha riguardato proprio la creativita' e l'innovazione nelle neuroscienze e nella salute mentale. Il film di Cortese, interpretato anche da otto attori con disabilita' intellettiva, e' stato scelto come testimonianza dell'evoluzione del cinema nella psichiatria e grande opportunita' per l'inclusione.
"La convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilita' sottolinea l'importanza di favorire l'inclusione sociale e la partecipazione- spiega Simonetta Magari, direttrice sanitaria dell' opera Don Guanella- incoraggiando le persone con disabilita' intellettiva a sviluppare l'autonomia e supportando la loro autodeterminazione. L'obiettivo di questo lavoro - aggiunge - e' stato quello di dare accesso al mondo del cinema ad otto persone con disabilita' intellettiva. Il regista ha curato per due anni laboratori di teatro con gli utenti del centro di riabilitazione Opera Don Guanella di Roma, selezionando, tra questi, gli attori per un lungometraggio.
Grazie a questa esperienza- continua Magari- gli ospiti del centro hanno potuto esprimere se stessi e riversare le loro caratteristiche sui personaggi interpretati. Inoltre, la divulgazione di questa pellicola ha contribuito ad aumentare la consapevolezza pubblica per quanto riguarda la neurodiversita'. Alla base di questo progetto vi e' l'idea di un contagio positivo che produce un aumento del benessere psicofisico nelle persone neurotipiche e neurodiverse facendo si che l'inclusione diventi un processo bidirezionale. L'intenzione- conclude- e' quella di portare bellezza nel mondo: una bellezza che unisca, che susciti amore verso il prossimo e che diventi veicolo per migliorare la qualita' di vita".
(Wel/ Dire)
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