(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 7 nov. - La relazione tra medico e paziente e' in difficolta'. Da una parte, in circa 8 casi su 10, i cittadini segnalano poca sensibilita' nell'ascolto o poca empatia; una persona su 3 trova nel medico scarsa disponibilita' a orientarla tra i servizi; una su 4 si confronta con un linguaggio troppo tecnico e poco comprensibile e una su 5 ha vissuto scarsa attenzione al dolore. Dall'altra, circa 1 medico su 3 ritiene insufficiente o inadeguato il tempo a disposizione per la cura; in ugual proporzione riscontra difficolta' per mancanza di personale e in 1 caso su 5 per cattiva organizzazione dei servizi. In aggiunta, non esiste ancora nel percorso di laurea del medico una formazione specifica sui temi della comunicazione e relazione. È quanto emerge dai dati in possesso di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato che, per ricostruire un rapporto in crisi, restituendo centralita' alla relazione e alla fiducia reciproca, a partire dai diritti e doveri di ciascuno, lancia la campagna 'cura di coppia', nata dalle esigenze espresse sia dai cittadini sia dai medici.
L'iniziativa e' promossa in collaborazione con associazioni di pazienti, esperti e oltre 20 tra organizzazioni di professionisti e strutture sanitarie, e prevede la realizzazione di un decalogo, un vademecum e la loro diffusione attraverso i canali digitali.
"Questo lavoro e' il risultato di un percorso fatto insieme a molti compagni di viaggio- ha detto Tonino Aceti, coordinatore nazionale di Cittadinanzattiva- mi riferisco soprattutto alla Federazione nazionale degli ordini dei Medici, perche' i cambiamenti non si fanno solo a colpi di legge, ma si realizzano soprattutto con le azioni quotidiane e con le collaborazioni autentiche, come queste. Siamo partiti dalla necessita' di agire su aspetti cruciali, generati in parte da comportamenti individuali, in parte da carenze organizzative o disposizioni cieche. Tutto cio' rischia di trasformarsi in conflitti e contenziosi evitabili e che danneggiano la relazione e il successo delle cure. Per questo abbiamo realizzato un decalogo, cioe' 10 consigli per essere consapevoli dei rispettivi diritti e doveri, indicati nella Carta europea dei diritti del malato e nel Codice deontologico dei medici. È questo il modo semplice e chiaro con il quale vogliamo aiutare medici e cittadini a mettere in pratica ogni giorno i propri diritti e doveri". Molti, infatti, sono i fattori che stanno condizionando il rapporto medico-paziente: una maggiore facilita' di accesso alle informazioni (prima solo patrimonio dei medici), l'utilizzo di nuovi strumenti e tecnologie, la cosiddetta medicina 'amministrata' e tanto altro.
"Il rapporto medico paziente e' basato su fiducia e rispetto, per entrambi- ha ricordato Roberta Chersevani, presidente Fnomceo- Cosi' si concludeva, per ambedue le parti, appunto, un decalogo sul rapporto medico-paziente che gia' nel settembre del 2008 l'Ordine dei Medici di Gorizia aveva stilato insieme al locale comitato di Cittadinanzattiva. Ora, a distanza di nove anni, arriva questa bella iniziativa nazionale, a confermare la validita' di quell'intuizione e ad ampliarne la portata. Non cambia pero' la sostanza: tutti e due i decaloghi, quello di oggi e il suo predecessore, rimarcano l'importanza, nella relazione di cura, dell'accoglienza, dell'ascolto, della condivisione, dell'informazione, della comunicazione. Principi che sono stati fatti propri anche dal nostro Codice deontologico quando, all'articolo 20, considera il tempo della comunicazione quale tempo di cura".
L'iniziativa, realizzata con il contributo non condizionato di AbbVie, ha ricevuto anche il patrocinio della Fnomceo, e intende contribuire a migliorare la relazione tra il medico e il paziente. "Questo perche' siamo consapevoli che il trattamento clinico corretto e' una scelta importante da fare- ha concluso Aceti- che non puo' prescindere da empatia, conoscenza e fiducia fra chi cura e chi e' curato".
(Wel/Dire )