Canevaro (Unibo): Investire sull'alternanza scuola-lavoro
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 mar. - "Ho molto rispetto per chi decide di educare i figli nella propria casa, ma consiglio invece di educarci ad abitare un mondo che diventa sempre piu' affollato: tra non molto tempo arriveremo a 10 miliardi di persone. Un'umanita' che ha sempre avuto la possibilita' di uscire dalla propria nicchia, di viaggiare e di costruire ponti. L'educazione deve servire ad accendere fuochi, non a spegnere incendi". Ne e' convinto Andrea Canevaro, docente di Pedagogia all'Universita' di Bologna (Unibo) e padre del sostegno scolastico, esponendo alla Dire il suo pensiero sul mondo delle proposte educative alternative alla scuola tradizionalmente intesa, come l'homeschooling e l'unschooling.
"Rovescerei la linea di tendenza a chiudersi in famiglia per educare i propri figli, con l'idea che tutti dobbiamo contribuire ad educare gli altri. Ho conosciuto persone che hanno realizzato l'educazione parentale, ho conosciuto entusiasmi ma anche insuccessi abbastanza seri", rivela il professore. "C'e' l'idea che il mondo degli altri sia un'insidia, ma bisogna fare i conti con il mondo degli altri anche se insidioso- afferma il pedagogista- se crediamo di avere attorno solo persone educate e gentili non sapremo mai affrontare chi invece si sveglia un giorno con la luna storta".
Per crescere "ognuno di noi ha bisogno di due cose: una base sicura e una possibilita' di essere stimati da persone stimabili. La base diventa piu' sicura se si allarga e non se rimane stretta ai soli genitori biologici. E allargarla significa creare piu' una struttura piramidale che una torretta fatta da cubi- rimarca il professore- che poi i bambini si divertono a far crollare. Se la base e' molto ristretta il soggetto temera' di crescere troppo, perche' crescendo avra' paura di crollare, e non e' solo una immagine metaforica".
Canevaro pensa alle tante "famiglie di soggetti con disabilita', dove l'ambito familiare diventa l'unico perimetro entro cui quel soggetto e' capito e protetto. In questo modo non crescera' mai- prosegue lo studioso-, quante volte sentiamo chiamare adulti di 30 anni ancora 'il nostro bambino'? L'allargamento della base vuol dire trovare l'armonia dell'insieme, comprese le disarmonie e Mahler ne e' un esempio. Personalmente, oltre che avere una figlia, ho ospitato in casa molti giovani e l'accoglienza mi sembra l'elemento che va nel senso opposto dell'educazione parentale- sottolinea-, nel senso che e' la possibilita' di diventare tutti responsabili di una genitorialita', non solo del sangue del proprio sangue ma di chi sta crescendo".
- Cosa dire dei disturbi, come i Dsa o l'Adhd, che abitano sempre di piu' la scuola pubblica? "È giusto dire che c'e' stata una diffusione di diagnosi esagerata. Basta che un bambino sia timido e subito c'e' bisogno di dire 'Vediamo che diagnosi ha e, se e' possibile, mettiamogli accanto chi e' specializzato in timidezza'. Diventa una cosa esasperante", ammette il pedagogista. "Non mi piace rimanere nel negativo e ho cercato di reagire fondando in alcune scuole le 'banche dell'altruismo', per aiutare i bambini a capire che le capacita' sono in tutti e che bisogna poterle scambiare".
- Cosa significa? "Penso che chi ha cercato la stima dei delinquenti (magari in erba) crescendo potra' diventare 'il bullo'- chiosa Canevaro- mentre se questo bambino fosse stimato perche' sa giocare bene a pallone, forse potrebbe essere capace di fare altro. Scopro che bambini irrequieti sono molto disciplinati con l'allenatore di football. Vuol dire che questa stima rimane circoscritta, quindi come le banche fanno circolare il denaro, cosi' le capacita' che sono nelle banche dell'altruismo devono circolare. Si tratta di uno scambio aperto, non e' un partita che deve chiudersi in tempi stretti. È una scuola di talenti".
- La scuola pubblica e' davvero omologante oppure offre anche altro? "C'e' una certa contraddizione su quello che si chiede alla scuola pubblica. Gli insegnanti innovativi creano subito scompiglio e i genitori finiscono per considerarli 'un insegnante che non insegna' perche' hanno un'idea stereotipata. Rosario Angelo Livatino, un magistrato assassinato dalla mafia, disse: 'Saremo giudicati non perche' siamo stati credenti, ma perche' siamo stati credibili'. I bambini meritano delle persone credibili, non standardizzate. Una persona originale e' anche la legittimazione della loro originalita' e della crescita positiva della loro originalita'. Proteggerli e dire 'togliamoli dal mondo selvaggio che e' la scuola' e, allo stesso tempo, dire 'togliamoli dal mondo stereotipato che e' la scuola' indica una incongruenza. Le due cose non stanno bene insieme: se e' selvaggio e' anche libero di esprimere molte cose, pure se contraddittorie tra loro". Canevaro fa un esempio: "Sono state sollevate molte critiche all'idea che i dirigenti scolastici debbano essere valorizzati e messi nel loro ruolo autorevole, io invece ritengo che sia una giusta proposta. La scuola non deve essere un non luogo- afferma il professore- io devo poter dire 'vado nella scuola diretta da', dove poter sviluppare un certo percorso didattico con cui poter dialogare".
- Come si puo' incentivare il dialogo tra famiglia e scuola? "Il dialogo manca perche' non lo si cerca. Noi siamo quello che diciamo- aggiunge il pedagogista- e se c'e' uno scontro, vuol dire che siamo per lo scontro. Dobbiamo cercare i punti di mediazione, i punti di incontro. Gli amerindi, una popolazione che non ha avuto un grande successo nel mondo- racconta Canevaro- hanno inventato il calumet della pace: incontrarsi e prima di parlare fumare dalla stessa pipa per stabilire un clima piu' riflessivo. Bisognerebbe incontrarsi prima per fare amicizia, perche' delle volte discutere d'altro permette poi di parlare di cio' che ci sta piu' a cuore. 'Prendiamoci un caffe' insieme' significa infatti prendersi il tempo di un caffe' per capire chi siamo prospettivamente l'uno per l'altra. Se scatta qualcosa di piu' importante del caffe' ce lo diremo, altrimenti ci vedremo un'altra volta".
- Quali sono gli ambiti di miglioramento nella scuola pubblica? "Li vedo nell'apertura al mondo. Mi piace molto l'occasione storica che ci viene offerta dell'alternanza scuola-lavoro. L'autoreferenzialita' propria di molti mondi, compreso quello universitario, non permette evoluzioni. Esiste invece un processo evolutivo particolarmente interessante: il biotopo, un insieme di sistemi. Io conosco il biotopo di Anterselva in Alto Adige, fatto di uno stagno, di un bosco, prati, rocce e di sistemi complessi che si influenzano positivamente nell'evoluzione reciproca. Credo che l'apertura sia molto importante e che l'alternanza scuola-lavoro indichi due sistemi, formazione e lavoro, che devono imparare a dialogare. Le prove di dialogo sono importanti- conclude- se il dialogo si trasforma in scontro o in fuga perderemo una bella occasione".
(Wel/ Dire)