Tagliacozzi (IdO): Attenti a giochi basati sul concetto di identificazione
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 7 mar. - A febbraio e' stata presentata alla Fiera del giocattolo di New York la bambola transgender chiamata Jazz, perche' ispirata alla storia di Jazz Jennings, che racconta di essersi sentita sempre una femmina in un corpo maschile, sin dai primi anni di vita, per poi diventare una delle piu' giovani attiviste del mondo LGBT (attualmente ha 16 anni). "L'uscita di questa bambola segue la linea di tante altre tipologie di giocattoli che hanno rappresentato le diverse realta' della nostra societa': bambole con le caratteristiche fisiche di tutte le razze, con diverse identita' sessuali e con disabilita' fisiche. Siamo sicuramente nel campo del politically correct, che in questi ultimi decenni ha contrassegnato positivamente l'aumento progressivo del rispetto ideologico e sociale: 'Le opinioni che si esprimono devono apparire esenti, nella forma linguistica e nella sostanza, da pregiudizi razziali, etnici, religiosi, di genere, di eta', di orientamento sessuale o relativi a disabilita' fisiche o psichiche della persona' (definizione di 'politically correct' in Enciclopedia dell'Italiano, Treccani, 2011). A questo punto, vorrei portare la riflessione piu' che sul giocattolo in se' sul bambino e sui genitori. Al centro di questa riflessione, oltre loro, c'e' il significato sociale, antropologico e psicologico del gioco, quale elemento universale del genere umano che, al di la' delle diverse interpretazioni e teorizzazioni, viene riconosciuto unanimemente per il suo valore fondativo nella crescita psicologico-affettiva e sociale di ogni individuo.
Giocare fa bene a tutti e non solamente ai bambini, restando anche nella vita adulta un elemento di crescita personale e sociale, di aggregazione e condivisione, con risvolti emotivi significativi". A parlarne alla Dire e' Bruno Tagliacozzi, psicoterapeuta che lavora dal 1990 all'Istituto di Ortofonologia (IdO) nel counseling genitoriale.
"Lasciamoci aprire al dubbio. Il gioco infantile come imitazione di modelli sociali e culturali adulti e/o identificazione con l'oggetto, sono le funzioni a cui potremmo riduttivamente restringere il campo di significazione del gioco (tralasciando tutti gli altri aspetti emotivi, cognitivi, ecc.). Il gioco imitativo aiuta il bambino ad assumere atteggiamenti sociali- spiega l'esperto- ma cio' che conta veramente e' la relazione e non il singolo giocattolo. Il momento fondante del giocattolo e' il dono che il genitore offre al bambino, un significato che si pone nel rapporto di fiducia e affetto che include una trasmissione di valori e conoscenze. È qui che inizia il valore simbolico del giocattolo e, quindi, la capacita' del genitore di comprendere i reali bisogni del bambino, ma anche i valori che si vogliono trasmettere: regalare un pallone al bambino non significa indurlo a diventare un calciatore, o regalargli un bambolotto non significa indurlo a modificare il suo futuro orientamento sessuale. La funzione del genitore dev'essere quella di comprendere e orientare le scelte del proprio figlio, perche' non dimentichiamoci che il ruolo del genitore e' quello di educare- sottolinea lo psicoterapeuta- nel rispetto delle caratteristiche del bambino, ma anche nel rispetto dei valori del genitore stesso".
La scelta del giocattolo "diviene cosi' un atto di amore e di consapevolezza- continua Tagliacozzi- che non puo' essere sottovalutato o sminuito perche' rappresenta anche la nostra visione del mondo e di quel mondo che vogliamo trasmettere nel rispetto dell'individualita' del bambino. Questo non significa l'offerta esclusiva di una realta' edulcorata e asettica- precisa- priva di contrasti e contraddizioni, ma la trasmissione del significato della realta' segue progressivamente l'eta' e la crescita del bambino. Del resto non abbiamo mai smesso di raccontare favole in cui si rappresenta la lotta fra il bene e il male, ma fra queste abbiamo preferito quelle in cui il finale e' positivo e solo col trascorrere degli anni la realta' viene presentata e interpretata in modo piu' complesso e articolato. Un ultimo dubbio/provocazione. Non sarebbe piu' corretto regalare i giocatoli 'diversi' a tutti i bambini, per dare loro la possibilita' di ampliare il concetto di 'normalita'', evitando di regalarli solo sulla base del concetto di identificazione- conclude- con il rischio di aumentare l'esclusione?".
(Wel/ Dire)