(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 23 mag. - "Dietro l'epidemia di disturbi mentali in eta' scolare c'e' un'operazione di marketing creata dall'industria farmaceutica multimilionaria e sostenuta dall'elite psichiatrica". Non usa mezze parole Alberto Brugnettini, nel corso del suo intervento al convegno 'Medicalizzazione della scuola: rischi connessi', che si e' tenuto a Milano. L'evento e' stato organizzato dal Comitato dei cittadini per i diritti umani (Ccdu), onlus con uno scopo molto ambizioso: "Riportare la psichiatria nell'ambito della legalita'".
I numeri diffusi dicono che le diagnosi di Dsa sono triplicate in 4 anni nel nostro Paese: da 65.000 nel 2011 a 186.000 nel 2015. Brugnettini, che del Ccdu e' uno dei dirigenti, spiega meglio la sua affermazione: "In Italia stiamo assistendo a un autentico boom di certificazioni di Dsa (i Disturbi specifici dell'apprendimento, come dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia). Sebbene queste diagnosi non comportino di per se' un trattamento farmacologico, aumentano i congressi e le pubblicazioni, in gran parte sponsorizzati dall'industria farmaceutica, in cui i neuropsichiatri infantili vengono spinti a cercare l'eventuale co-presenza di altri disturbi mentali nei bambini dislessici e discalculici; disturbi che, una volta diagnosticati, farebbero scattare il distributore di pillole".
Secondo Maria Pia Onofri, neuropsichiatra infantile, pediatra e psicoterapeuta con esperienza pluridecennale, l'appiattimento della psichiatria sul modello degli Stati Uniti sta producendo effetti negativi: "La medicina, e la psichiatria in particolare, ha perso di vista la persona nel suo complesso come psiche e corpo inserito in un contesto sociale", spiega Onofri.
Questa miopia porta poi "a diagnosi frettolose, spesso basate su test il cui risultato e' fortemente influenzato dal giudizio arbitrario di chi li esegue", aggiunge Onofri. D'altronde, come afferma la neuropsichiatra, "una volta la scuola era chiusa, e non demandava al medico le sue funzioni", invece oggi accade che spesso "diamo allo psicologo delle competenze che non ha". Insomma, "i problemi della didattica si risolvono con i metodi della didattica, secondo gli insegnamenti di Montessori, Piaget, Freud, Rousseau- prosegue la Onofri- e come la gatta per fare in fretta fa i gattini ciechi, il neuropsichiatra frettoloso fa i bambini con Adhd".
A chiudere i lavori Cinzia Bossi, insegnante che da vent'anni si impegna contro questo processo di 'medicalizzazione' scolastica di massa: "Possibile che da quando c'e' la legge 170 ci sia stato questo boom di studenti affetti dal disturbo specifico dell'apprendimento?- si chiede la docente- Come e' possibile che questi disturbi siano stati scoperti improvvisamente, come se fossero sbarcati da un altro pianeta nottetempo?". Bossi chiosa citando Frank Furedi, professore emerito di Sociologia presso l'Universita' di Kent: "Se l'attuale tendenza continua, presto ci sara' poca differenza tra una scuola e una clinica per malattie mentali... se consideriamo le sfide della vita come un'esperienza cui i bambini non possono far fronte, i ragazzi raccoglieranno il messaggio e le considereranno con terrore. Tuttavia, se la finiamo di giocare a fare il dottore e il paziente e aiutiamo invece i bambini a sviluppare la loro forza attraverso l'insegnamento creativo, allora i piccoli inizieranno a tener testa alle situazioni, proteggere i bambini dalla pressione e dalle nuove esperienze rappresenta una mancanza di fiducia nel loro potenziale di sviluppo attraverso nuove sfide".
(Wel/ Dire)