(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 16 mag. - La nascita, soprattutto del primo figlio, e' accompagnata spesso dalla sensazione di non riuscire a capire cosa fare, come accudire e soddisfare i bisogni del bambino. Impauriti e confusi i genitori si rivolgono alla Rete, oppure sono immersi nella sagra dei consigli di madri, suocere, sorelle, vicini, amici e conoscenti. Il caos. A fornire un sostegno affidabile ci pensano gli esperti: Rocco Agostino, pediatra neonatologo, Simona Matricardi, psicomotricista dell'eta' evolutiva, e Valeria Tassara, logopedista, che hanno scritto il libro "Ciao mamma, ciao papa'. Guida alla comprensione del comportamento nel primo anno di vita" (Antonio Delfino Editore).
Circa 90 pagine per combattere paure e pregiudizi. Rocco Agostino spiega che "nel primo anno di vita il bambino non parla e i suoi bisogni sono comunicati con il movimento, la postura e la sensorialita'. Attraverso urla e lallazioni comunica se ha fame, se il pannolino e' sporco o se ha mal di pancia. Il pianto e' diverso e i genitori devono imparare a capirlo".
Il medico non perde tempo e sfata subito il principale pregiudizio: "I capricci non esistono nel primo anno di vita. Siamo noi genitori che interpretiamo come capricci alcuni atteggiamenti dei bambini e li puniamo nei primi mesi di vita pensando di educarli. In questo modo, pero', imparano solo la non disponibilita'".
I neonati hanno quattro bisogni principali: mangiare, dormire, essere puliti ed essere coccolati se piangono. "Se tuo figlio e' girato sul fianco e gli formicola la mano - puo' capitare anche a un neonato - allora piangera'. L'adulto lo dovra' prendere in braccio perche' il piccolo non e' in grado di dire 'Mamma spostami'. Le coccole di cui ha bisogno non sono altro che la necessita' di essere contenuto, di sentirsi sicuro".
Nessuna paura, quindi, se il bambino viene preso troppo in braccio nel primo anno di vita, non c'e' pericolo di viziarlo.
"Se il piccolo piange una causa ci sara'- afferma l'esperto- bisogna prenderlo in braccio e coccolarlo". Gli esseri umani vivono i primi nove mesi dentro un utero: "È un ambiente piccolo, dove c'e' contenimento- ricorda il neonatologo- poi all'improvviso si e' costretti a passare ad un ambiente aereo e senza contenimento. Se ogni tanto un neonato salta (e' un riflesso arcaico), e' perche' cerca l'utero, cerca la sicurezza".
Quando parliamo del bambino "dobbiamo premettere che tutto quello che diciamo e' filtrato dalla nostra razionalita', dall'esperienza, dalla cultura e dalle convinzioni. Il bambino, al contrario, e' tutto visceralita'. Il suo comportamento non e' razionale".
Rocco Agostino e' pediatra da 40 anni e assicura che "l'epoca del 'NO' arriva, ma verso la fine del primo anno di vita. In questo periodo il 'NO' non viene ascoltato, anzi stimola il bimbo a ripetere l'azione vietata per catturare l'attenzione della sua mamma e del suo papa'. A livello viscerale i bambini solo avendo l'attenzione dell'adulto sono sicuri di sopravvivere. Bisognera' che i genitori siano propositivi e non proibitivi, per aiutare i figli a crescere e a sperimentare, perche' la crescita passa attraverso il soddisfacimento della curiosita'. Se diamo a un bambino una penna- dimostra il medico- lui la girera', rigirera', la guardera' sopra e sotto, poi la buttera' per terra per sentire se rimbalza e che rumore fa se cade. Se la mettera' in bocca per sentire che sapore e che consistenza ha. Questo accade per milioni di altre cose, anche quando gli dicono 'Non si mettono le mani nella presa'. Che significa?- chiede Agostino- Il bambino che arriva a toccare la presa elettrica gia' gattona e il suo dito sara' piu' grosso del buco. Toccata la presa piu' volte, se non si stacchera' e non potra' girarla o metterla in bocca, la lascera' perdere".
La guida e' suddivisa in 12 capitoletti (12 mesi): Ogni capitolo e' caratterizzato da due sezioni. Inizia il bambino, che comincia a spiegare nelle due sottosezioni quale e' la sua postura, il suo movimento, la sua percezione e capacita' di comunicazione in quel mese della sua vita. Il tutto e' illustrato dai disegni. Nella seconda sezione intervengono gli esperti con 'Consigli e giochi'.
Nel primo capitolo c'e' anche una brevissima appendice per aiutare i genitori a proteggere il neonato dalle manifestazioni affettive familiari e amicali. "Ogni bacio e' un'esplosione di microbi- sottolinea il pediatra- e il neonato non e' capace di produrre anticorpi. Quest'anno ho dovuto ricoverare due bambini di venti giorni con bronchiolite (polmonite del neonato) e altri tre li ho curati a casa. Per difenderli dagli altri ci sono due accorgimenti che si possono proporre: se vuoi prendere in braccio mio figlio, ti devi lavare le mani. Se lo vuoi baciare, lo puoi fare solo dal ginocchio al piede (lontano dai buchi, bocca e naso) almeno nel primo mese e mezzo di vita. Dal terzo mese di vita in poi, grazie anche alle vaccinazioni, sara' competente a produrre anticorpi. Questo discorso non vale per i genitori- ricorda Rocco Agostino- loro devono baciarlo quando e dove vogliono da subito. La madre perche' gli da' gli anticorpi attraverso l'allattamento, e il padre perche' ha una promiscuita' microbica con la madre. Io consiglio sempre i genitori di baciarsi 'appassionatamente' almeno tre volte al giorno! Questo e' anche funzionale al ripristino di una certa confidenza- conclude- poiche' dopo il parto avviene un calo ormonale: quel periodo blu in cui puo' manifestarsi un po' di depressione".
Il libro e' stato presentato a Roma ed hanno partecipato, tra gli altri, Giovanna Boda, capo dipartimento per le Pari opportunita' della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO); Alberto Villani, presidente della Societa' italiana di Pediatria; Pierpaolo Mastroiacovo, direttore del Dipartimento di Scienze Pediatriche all'Universita' Cattolica di Roma.
Qui e' possibile vedere la vieointervista al presidente della Sip;
qui al professore Mastroiacovo.
(Wel/ Dire)