Sessualita', rabbia, fobia scolare, migliaia di minori chiedono aiuto
Ido: Problema clinico, sociale e familiare. Adulti sempre in ritardo
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 16 mag. - Le maggiori difficolta' i giovani le vivono nell'ambito della sessualita'. Cominciano troppo presto e ne sanno sempre meno. Non hanno consapevolezza delle loro emozioni, ne' di quello che vivono in relazione con l'altro e finiscono per cadere nel panico. La prova e' nei numeri: nei primi due anni di 'Se so e' meglio' (lo sportello di supporto psicologico del portale d'informazione Diregiovani.it nato nel 2012) sono state oltre 70 mila le richieste di aiuto di adolescenti allo 'sbando'. Adesso i minori impauriti che si rivolgono agli esperti dello sportello - per raccontare le loro angosce e ricevere informazioni e contenimento emotivo - sono centinaia di migliaia.
A sorprendere, pero', e' la fascia d'eta'. Si comincia dalle scuole Medie, anche se molte eccezioni sono rintracciabili gia' a partire dalla quarta e quinta elementare con bambini di 9 e 10 anni con occhi sempre puntati sui numerosi video porno offerti dalla Rete, che guardano sul loro cellulare. Una popolazione che se non verra' seguita in tempo, rischiera' di sfiorire. Da qui e' partita l'azione di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), che, con la sua equipe di psicoterapeuti e medici esperti, ha deciso di diffondere sportelli di supporto psicologico nelle scuole e spazi di contenimento virtuali sul sito Diregiovani.it per tutti gli adolescenti caduti in condotte comportamentali devianti. Gli sportelli virtuali 'Chiedilo agli esperti' e 'Se so e' meglio' sono infatti sempre attivi e forniscono risposte su problematiche scolari, relazionali, sessuali e familiari.
Nel corso di un'audizione presso la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza relativa a una indagine conoscitiva sulla salute psicofisica dei minori, Castelbianco ha spiegato: "Gli adolescenti hanno scisso l'affettivita' dalla sessualita'. Il sesso senza sentimento per loro non ha valore e credono di poterlo fare quanto vogliono, senza rendersi conto che stanno assumendo dei comportamenti sessuali devianti che li danneggeranno. Cosi' assistiamo dalle Medie in poi- afferma lo psicoterapeuta- a un proliferare di malattie veneree, gravidanze indesiderate e di altre complicanze che li segnano per sempre". L'IdO da tempo si batte per "diffondere nelle scuole corsi di educazione sessuale. Noi lo abbiamo fatto, chiamandolo 'Alchimia dell'amore', per informarli ed aiutarli a scegliere con piu' consapevolezza".
Andrebbero, pero', sensibilizzati anche i genitori. "Non e' possibile che in una citta' come Roma solo il 10% delle femminucce vada dal ginecologo e nessuno dei maschietti sia mai andato dal medico adolescentologo". Secondo lo psicoterapeuta "noi adulti abbiamo in testa un modello sociale che non e' aderente alla realta' degli adolescenti e arriviamo sempre tardi. Ci impegniamo nel recuperare le situazioni difficili, ma non operiamo mai una vera prevenzione, che allo stato attuale si puo' basare solo sull'informare gli adolescenti e preadolescenti".
Castelbianco chiarisce che quanto evidenziato "e' uno spaccato sia clinico, che sociale e genitoriale, sempre piu' spesso vediamo la distanza comunicativa tra genitori e figli. Basti pensare che abbiamo attivato presso l'IdO il servizio 'madre-bambino'- fa sapere lo psicoterapeuta- per aiutare le madri a capire come dialogare con i figli. Noi insegniamo loro a stare insieme". Non dimentica i padri: "Quando un papa' mi chiede 'Cosa devo regalare a mio figlio?', la mia risposta e' sempre la stessa: il tuo tempo. Bastano due ore a settimana da trascorrere da soli con il singolo figlio".
A scuola ci sono anche altre problematiche, tra cui il bullismo. "La parola bullismo ha sviato l'opinione pubblica- argomenta lo psicoterapeuta alla Commissione parlamentare Infanzia e Adolescenza- Venni chiamato in qualita' di psicoterapeuta ad intervenire nelle scuole, prima andai alle Superiori, poi alle Medie, dopo ancora alle Elementare e da diversi anni alle Materna. Adesso vado addirittura nei Nidi. Sono 12 anni che tengo un corso a 600 assistenti degli Asili nido e delle scuole dell'infanzia per aiutarli a fronteggiare le difficili situazioni che ormai sono realta' quotidiana. Diverso tempo fa proposi al Comune di Roma il progetto 'Mancano gli abbracci' per fronteggiare questa ondata di aggressivita' infantile. Cosi' con i pediatri, gli assistenti e gli operatori andavamo nei Nidi- ricorda lo psicoterapeuta- e insegnavamo insieme al pediatra del Nido, agli assistenti i 'massaggi pediatrici', che in realta' si traducono nelle famose coccole.
Questo contatto ha aiutato i bambini ad abbassare il loro livello di aggressivita'. Sottolineo che i bambini che da piccoli sono aggressivi, da grandi diventano bulli". Per questo motivo il direttore dell'IdO parla alla Commissione Infanzia di un "problema sociale, perche' l'aggressivita' a due anni e' legata a un sentimento di abbandono causato dal precoce ritorno della mamma a lavoro. Il piccolo viene lasciato al Nido, si sente abbandonato e sviluppa un sentimento di rabbia". Non e' di supporto nemmeno piu' il classico ciuccio: "I bambini adesso son passati a ciucciarsi direttamente la lingua e sviluppano poi la cosiddetta deglutizione atipica. Si auto-consolano gia' al Nido- prosegue Castelbianco- ed e' un fenomeno corretto e non insano. La rabbia e' quindi un problema sociale, tanto che ho cambiato opinione su diverse questioni perche' la realta' e' cambiata. Se trent'anni fa consigliavo alle madri di far dormire i loro bambini in stanze e in lettini separati, adesso consiglio di dormire con loro per ristabilire quel contatto fisico messo a rischio dal distacco che vivono a causa del lungo tempo che i genitori destinano al lavoro".
I bambini devono essere seguiti, e non solo in famiglia. L'IdO conduce molte ricerche sul mondo dei giovani e una di queste e' sul tema 'Violenza e legalita'': "Gli adolescenti non si sentono piu' sicuri all'interno della scuola. Vogliono le telecamere nei bagni e chiedono che i docenti possano fermarsi un'ora in piu' per conoscerli, perche' la crescita non e' solo prestazionale". Maggiore e' l'insegnamento rivolto al risultato prestazionale e maggiore sara' l'aumento delle difficolta' scolastiche: "Un'emergenza apparente- rassicura Castelbianco- in realta' non c'e' nessun aumento del numero dei dislessici, il problema e' il cambiamento nel modo di insegnare. I bambini sono tutti intelligenti, ma non tutti sono altrettanto maturi. È, infatti, rintracciabile nei minori anticipatari (quelli che sono andati a scuola a cinque anni) una percentuale maggiore di diagnosi di dislessia".
L'impennata delle diagnosi e' poi causata, secondo il direttore dell'IdO, "anche dalla mancata comprensione del fenomeno in termini di acquisizione delle competenze. Le diagnosi sintomatiche non aiutano, perche' guardano solo a quanti errori commette un bambino e in quanto tempo. Non considerano se egli comprenda il testo e, soprattutto, se non sia abbastanza maturo per sostenere quella tappa evolutiva. La dimostrazione di quest'ansia dilagante e' nel notevole aumento della fobia scolare e dei mutismi selettivi a scuola. Infine, il piu' alto numero di bambini con dislessia e' stato ritrovato proprio nei minori adottati- aggiunge lo specialista- anche perche', ad esempio, non e' normale inserire un bambino di 8 anni che non parla l'italiano in terza elementare".
Nel 2000 l'IdO condusse una ricerca sul 'Vivere bene la scuola'. La richiesta di abbandonare la scuola riguardava circa il 30% degli studenti. Dieci anni dopo, in collaborazione con l'Universita' di Urbino e' emerso che "il 33% aveva addirittura paura di subire un'aggressione all'interno delle mura scolastiche- conclude l'esperto- e solo il 14% fuori dalla scuola".
(Wel/ Dire)
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