(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 9 mag. - "La prima cosa da fare? È sicuramente quella di segnalare chi diffonde in rete le notizie false. Ma succede ancora troppo poco: stimiamo che per ogni denuncia sporta in un ufficio di Polizia ce ne siano piu' di 200 che rimangono sommerse". Lo dichiara all'agenzia Dire Marco Valerio Cervellini, promotore delle campagne di sensibilizzazione sulla navigazione sicura della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Un'attivita' svolta principalmente nelle scuole, attraverso incontri e seminari iniziati 15 anni fa.
"Piu' di recente - prosegue Cervellini - abbiamo promosso insieme al Miur una incisiva campagna chiamata 'Una vita da social', giunta ormai alla quarta edizione. Andiamo nelle classi, parliamo ai giovani, agli adulti, cercando di dare un nome al problema. Serve infatti maggior dialogo, specie nelle famiglie dove capita troppo spesso che i genitori non parlino con i propri figli. E siccome i ragazzi sono curiosi, pretendono le risposte. Se non le ricevono le andranno a cercare sulla rete".
Sul web, pero', capita sempre piu' spesso di imbattersi in siti che diffondono fake news, quelle bufale costruite ad arte per ottenere un risultato, che sia quello di fare soldi attraverso i click oppure di danneggiare persone o aziende. La chiamano "fakenews-onomics", l'economia della menzogna. Tra gli esempi piu' noti, in Italia, ci sono state le notizie confezionate ad arte sul terremoto (magnitudo abbassata per non pagare i danni ai cittadini), la meningite (arrivata nel Paese per colpa dell'immigrazione) e le scie chimiche (formate non da vapore acqueo ma da non meglio precisati agenti chimici). Servizi e articoli cliccati, condivisi e commentati da milioni di utenti. E per avere un'idea di quanto possano essere "coinvolgenti", basta attraversare l'Oceano e fare riferimento al caso forse piu' famoso e discusso di fake news: le elezioni americane. Durante il periodo elettorale, secondo il Reuters Institute, sono stati letti 8,7 milioni di articoli falsi contro i 7,3 milioni di quelli mainstream, provenienti cioe' da giornali o siti consolidati.
"Per manipolazione della rete - aggiunge l'esperto - si intente tutta una serie di disinformazioni attraverso cui uno o piu' soggetti riescono a far credere che alcuni fatti, totalmente o parzialmente inventati, siano veri, autentici. È un fenomeno che colpisce tutte le fasce di eta', ma diventa particolarmente pericoloso quando raggiunge i minori o le persone caratterialmente deboli. E puo' avere diversi scopi: attraverso la rete, ad esempio, si riesce a convincere un adolescente a fare cose che non farebbe mai nella vita reale". Infatti, secondo il rapporto della Polizia Postale e delle Comunicazioni, lo scorso anno e' stata smantellata "una comunita' virtuale pedofila composta da 45.000 iscritti", con le indagini sui casi di adescamento online che continuano a registrare un progressivo aumento (da 234 nel 2015 a 322 nel 2016).
"È sufficiente 'reinventarsi', presentandosi magari come un punto di riferimento rispetto a un determinato argomento. E fa impressione constatare il seguito di vari siti che parlano di istigazione al suicidio, alla bulimia e anoressia, all'autolesionismo e alla cyberbullismo. In molti casi - rivela Cervellini - la maggioranza dei commenti sono a favore di queste pratiche".
Per questo motivo, come sottolineato anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini, e' fondamentale fare tanta sensibilizzazione e prevenzione. "Basta pochissimo - continua Cervellini - per celarsi dietro un'identita' falsa. Se poi consideriamo che la maggior parte dei ragazzi ha i profili aperti, accessibili a tutti, dove e' quindi possibile scoprire gusti, hobby, preferenze e convinzioni politiche, si capisce come sia abbastanza facile guadagnare la loro fiducia presentandosi come una persona con gli stessi interessi e passioni. Ecco perche' e' importante parlare del problema".
A cadere nella rete delle bufale, oggi, e' un vasto variegato pubblico. Per Cervellini "i social network, a prescindere dall'eta' di chi li usa, sono diventati uno straordinario strumento usato come compagno di viaggio da persone che si sentono sole. Che, spesso, proprio perche' si sentono capiti o assecondati, tendono a fidarsi troppo dell'interlocutore virtuale. Tramite la rete e' infatti possibile influenzare molto piu' facilmente rispetto a quanto avviene nella vita offline". La manipolazione, il piu' delle volte, avviene a scopo di lucro. Le piattaforme online guadagnano sulla base delle visualizzazioni e delle interazioni che hanno, e tutti i Paesi - senza rischiare di scivolare nella censura - stanno cercando di risolvere il problema, isolando i creatori di fake news. "Sfida difficile - conclude Cervellini - dato che la notizia vera e' quasi sempre meno attrattiva di quella inventata".
Qui e' possibile leggere l'infografica.
(Wel/ Dire)