Tonioni (Gemelli): Piu' sono piccoli e piu' affettivita' e cognitivita' coincidono
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 9 mag. - 'L'esperienza dei bambini e' manipolata dall'assenza genitoriale e non da internet'. Parla chiaro Federico Tonioni, direttore dell'Ambulatorio per la Dipendenza da Internet e la Psicopatologia web-mediata del Policlinico Gemelli di Roma, intervistato dalla Dire in occasione del convegno 'Psicologia e filosofia della manipolazione', promosso a Roma dalla Societa' italiana di psicologia.
- Come si sviluppa l'esperienza dei bambini? 'E' rappresentata da tutto cio' che fanno per la prima volta- prosegue lo psichiatra-, e fare le cose per la prima volta convalida nei piccoli il senso d'identita'. I bambini, tuttavia, non possono fare esperienza da soli, necessitano di qualcuno che vidimi e dia un nome a quel determinato vissuto'. Ad esempio, 'per un bambino che si stacca da una sedia, camminare da solo e raggiungere un tavolino per la prima volta equivale a nuotare dove non si tocca. Immaginiamo allora il suo sguardo quando approda al tavolo, nei suoi occhi non ci sara' ne' gioia ne' dolore, saranno perplessi e, dopo pochi istanti, cercheranno lo sguardo dell'adulto che gli vidimi quest'esperienza. Il bambino non cerca un adulto che lo guardi, ma che lo veda- sottolinea lo psichiatra- perche' vederlo significa guardarlo e pensarlo allo stesso tempo. E' il rispecchiamento emotivo a dare il nome all'esperienza vissuta dal bambino. Quindi, se negli occhi della mamma presente al movimento ci sara' ansia- continua il medico- il bambino fara' un piccolo passo indietro e quell'esperienza non gli servira' per crescere. Se negli occhi della madre, invece, ci sara' la meraviglia, il bambino sorridera' e tale esperienza gli servira' per crescere. L'esperienza, quindi, si compone di movimento e di emozioni'.
Nell' ambulatorio per la Dipendenza da Internet e la Psicopatologia web-mediata 'abbiamo visto che i ritirati sociali, che realizzano su internet l'unica relazione possibile, hanno un difetto proprio in questi due ambiti. Non guardano negli occhi ma solo nella webcam- chiarisce Tonioni- dal momento che ogni schermo digitale e' una barriera contro tutti gli stimoli emotivi, insostenibili per le persone che sembrano non avere pelle rispetto alle emozioni. Quando questi adolescenti ti guardano negli occhi, emerge una profondissima rabbia. Loro non la chiamerebbero mai cosi' perche' non riescono a riconoscerla- racconta il ricercatore presso l'Istituto di Psichiatria e Psicologia dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore di Roma- e' come un gomitolo indifferenziato di energia accumulata che non si e' tradotta in esperienza, ma che dovra' essere gestita. I bambini che non hanno avuto l'opportunita' di essere accompagnati nell'esperienza hanno imparato a gestire questa energia repressa in tanti modi: quello classico e' la somatizzazione. Quante volte accade che i bambini si ammalino prima delle occasioni di massima socialita' e si ascoltano le mamme dire: 'Poverino si e' ammalato, ma ci teneva tanto'. Questo e' un segno- sottolinea lo studioso- non e' ancora la malattia'. Un'altra quota di questo potenziale energetico contratto 'viene detonato con i giochi sparatutto, che non servono per diventare piu' violenti ma per gestire tale bomba'.
- Quali sono le nuove forme di assenza genitoriale? 'Un esempio e' la tendenza a farsi sostituire dalle formidabili nuove forma di babysitteraggio, mai preferite dai bambini anche se rappresentano inizialmente una consolazione. La frase tipica e' 'Mio figlio davanti al computer non si vede e non si sente'.
Questo vuol dire: 'Quando lo metto davanti al computer, o ci va lui, riesco a non pensarlo'. I bambini, pero', devono essere pensati per essere conosciuti dai genitori quando sono piccolini, altrimenti l'unica forma di relazione che verra' instaurata una volta diventati adolescenti sara' il controllo e non la fiducia. Posso garantire che tutte le volte che un genitore riesce a fidarsi di un figlio, viene ricompensato e cresce. Puo' capitare che sia tradito, ma siamo genitori e non possiamo pensare che i figli si prendano cura della nostra ansia- ribadisce lo psichiatra- nel senso che se c'e' un adolescente da una parte, dobbiamo augurarci che ci sia un genitore in crisi dall'altra. La parola 'crisi' non significa che il genitore diventi matto, ma che si accorga della differenza tra infanzia e adolescenza'.
- Come mai alcuni adolescenti arrivano ad abbandonare la scuola? 'Perche' non hanno gli strumenti per reggere il contatto dal vivo e non perche' siano dipendenti dal gioco. Generalmente non frequentano nemmeno i social network'. L'assenza genitoriale 'puo' innescare in alcuni minori la tendenza a non riuscire piu' a giocarsi la propria identita' nel gruppo dei pari e finiscono per ritirarsi. In genere- commenta il direttore- serve sempre uno starter per dare il via al ritiro: una brutta figura o anche un brutto voto a scuola. Lo starter e' solo il fiammifero, il problema e' la benzina li' vicino'.
- I ritirati sociali in Italia sono come gli hikikomori giapponesi? 'I sintomi che portano al ritiro sociale cambiano a seconda dell'ambiente- chiarisce Tonioni- la mente prende tanto dall'ambiente circostante. Nella nostra civilta' il ritiro sociale di un adolescente e' una drammatica inversione di tendenza, e' sicuramente il sintomo piu' grave che si possa manifestare, essendo per sua natura votato alle relazioni con il proprio gruppo di pari. Gli hikikomori sono un fenomeno giapponese che contiene in se' un forte tratto antisociale e alla base della scelta di reclusione ritroviamo soprattutto un sentimento di vergogna o un fallimento'.
- Quanti sono i casi di ritiro sociale arrivati all'Ambulatorio per la Dipendenza da Internet e la Psicopatologia web-mediata? 'Tanti. Quasi tutti vengono da noi perche' hanno abbandonato la scuola- continua Tonioni- spesso sono accompagnati da genitori con una mania per lo studio e l'educazione, ma 'l'educazione dei bambini' e' una frase molto ambigua. I bambini devono sentirsi amati'. Cosa significa? 'Vuol dire avere qualcuno che sappia guardare il mondo dai loro occhi. Il problema non e' internet, ma come lo proponiamo. Noi lo proponiamo come una sostituzione, ma loro vedono quanta importanza diamo ad internet nelle nostre vite. Se restiamo sconnessi, o perdiamo lo smartphone, ci sentiamo persi. I figli li cresce l'inconscio e non le chiacchiere'.
- E le regole? 'Vanno date, fanno parte dell'acquisizione del senso del limite- risponde il ricercatore- ma il punto e' un altro: gli adulti devono sempre chiedersi a che servono le regole che danno. Se servono a vincere sul figlio, allora gli faranno solo accumulare una rabbia che non li aiutera' a crescere. Le regole devono innescare piuttosto una trattativa che sfocia poi in un compromesso, quale passaggio cruciale che indica lo sforzo massimo di genitori e figli per una crescita reciproca. Significa imparare a rispettare le persone, ad amarle e a sentirsi amati. L'educazione- fa sapere Tonioni- e' solo una piccola parte della crescita, quella piu' semplice'.
- Da che eta' arrivano i bambini nel suo ambulatorio? 'Arrivano alle porte dell'adolescenza, dai 13 anni in su, quando vanno in crisi perche' sono chiamati a crescere e non ce la fanno'.
- Oltre al ritiro dalla scuola, ci sono altre problematiche? 'Un disinvestimento dal corpo- rivela lo psichiatra- ad esempio un ragazzino che pratica uno sport e poi lo interrompe di colpo senza capirne bene il perche'. Questo e' un segno. Tantissimi pazienti arrivano invece con una diagnosi di iperattivita' infantile di cui non c'e' traccia (in genere non credo a questo disturbo), o di disturbi di apprendimento caratterizzati da un quoziente intellettivo inferiore alla norma. Parlo di ragazzini cosi' iperattivi che non escono piu', sono considerati talmente inferiori a livello intellettivo eppure sono di molto superiori a me. In loro non c'e' traccia di queste due diagnosi precoci e capita spesso di scoprire che la mamma era depressa sia quando erano piccoli che dopo. L'iperattivita' infantile non e' altro che un tentativo messo in atto dal bambino per prendersi cura della depressione della madre. È facile per una mamma depressa considerare eccessivo cio' che e' semplicemente vitale. Sui disturbi di apprendimento, inoltre, ci dimentichiamo che un bambino con l'ansia e che non si sente amato non riesce ad apprendere. Mi chiedo- afferma il medico- come sia possibile che un bambino debba finire alla Neuropsichiatria infantile a fare i test d'intelligenza quando il problema, magari, e' tutto affettivo? Piu' i bambini sono piccoli e piu' l'affettivita' e la cognitivita' sono la stessa cosa'.
- La scuola non le sembra troppo medicalizzata? 'Gli insegnanti devono accettare di andare in crisi proprio come i genitori, dal momento che il multitasking aumenta la distraibilita' e non la concentrazione dei ragazzini. La soluzione e' la creativita', la possibilita' di inventarsi le cose, ma si sviluppa solo quando un insegnante sa di non sapere come fare. Il vissuto normale e' l'impreparazione. L'adolescenza dei nostri figli e' una formidabile occasione per crescere, altrimenti stiamo li' a criticarli e a fare diagnosi senza attendibilita''.
- Mi traccia una fotografia dell'infanzia? 'I bambini sono sempre piu' soli e nella Rete trovano risorse meravigliose.
Perche' gli youtuber hanno successo?- chiede Tonioni- perche' propongono il gioco condiviso, giocano e fanno giocare. I bambini giocherebbero piu' volentieri con i genitori, ma chi gioca piu' con i figli da quando c'e' internet? Lo dico con grande tenerezza e comprensione, ma di fatto i due gruppi piu' vasti che abbiamo nel Day Hospital sono quelli dei genitori. Abbiamo visto che se il genitore si mette in crisi e noi lo aiutiamo ad andare in crisi, migliorano degli adolescenti che non abbiamo mai visto solo per il fatto che il genitore si sia messo in discussione. Di fronte all'adolescenza- conclude lo psichiatra- qualsiasi certezza diventa un pregiudizio'.
(Wel/ Dire)