Dispersione scolastica tocca 7,5% studenti al Sud
Ricerca Indire con 51.116 ragazzi Calabria, Campania, Puglia e Sicilia
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 2 mag. - La dispersione scolastica da anni e' un tema al centro delle politiche di istruzione e formazione promosse dall'Unione Europea. "Nei triennio 2013-2015 al Sud sono stati 207 i progetti autorizzati e sviluppati contro l'insuccesso formativo, per un totale di 828 scuole coinvolte: 207 capofila (89 della scuola dell'infanzia e del primo ciclo, 118 al secondo ciclo) e 621 istituti scolastici in rete (457 della scuola dell'infanzia e del primo ciclo, 164 al secondo ciclo). A queste si aggiungono altri 810 enti del territorio tra amministrazioni pubbliche (165), associazioni no profit (621) e cooperative (24). I progetti hanno coinvolto complessivamente 51.116 studenti: di questi 47.293 (il 92,5%) hanno frequentato tutte le attivita' previste (25.425 maschi e 21.868 femmine), mentre 3.823 (il 7,5%) hanno abbandonato tutti i percorsi dei progetti". Lo ha rivelato Indire (Istituto di ricerca del ministero dell'Istruzione) nel suo 'Rapporto di monitoraggio e analisi dei prototipi di intervento territoriale', una ricerca che prende in esame l'azione di contrasto alla dispersione scolastica precoce in aree territoriali a elevato rischio, realizzata nelle quattro Regioni dell'Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).
L'attivita' fa parte del 'Piano di Azione Coesione per il miglioramento dei servizi pubblici collettivi al Sud' ed e' nata per volonta' dell'Agenzia per la Coesione territoriale, in accordo con la Commissione europea e in sinergia con il Miur, le Regioni coinvolte, il ministero dello Sviluppo Economico, il ministero del Lavoro e il ministero dell'Economia.
Alle iniziative sono stati coinvolti anche "target strumentali", soggetti a cui indirizzare formazione o interventi dedicati per facilitare il raggiungimento degli obiettivi fissati dall'Europa contro la dispersione scolastica. "Tra questi, sono stati individuati 7.208 genitori (84% madri, 26% padri), 6.632 docenti e 176 operatori del personale non docente".
Le reti di scuole coinvolte hanno scelto come elementi principali su cui intervenire "la riduzione della disaffezione scolastica, delle ripetenze e il miglioramento delle competenze di base in italiano e matematica. Per rilevare il miglioramento raggiunto nei percorsi formativi sono stati scelti quindi indicatori quantitativi, come la percentuale di assenza, il passaggio alla classe successiva, la votazione curricolare in italiano e in matematica".
I miglioramenti piu' evidenti si sono verificati sul versante della frequenza scolastica. "Il 94,5% degli studenti monitorati, infatti, non ha interrotto la frequenza scolastica e l'88,1% e' passato alla classe successiva, rilevando una forte riduzione del rischio di abbandono scolastico dei ragazzi che hanno partecipato ai percorsi. Hanno mostrato minor successo gli indicatori relativi alla valutazione nelle varie discipline; all'ultimo posto quelli riguardanti il coinvolgimento delle famiglie. Se gli interventi hanno contribuito al raggiungimento, nelle scuole monitorate, dell'obiettivo europeo di ridurre il tasso di abbandono scolastico precoce sotto il 10%, e' evidente la difficolta' a intervenire con successo sul miglioramento delle competenze di base degli studenti. Un dato, questo, che nel tempo incidera' inevitabilmente sul conseguimento di uno dei parametri previsti dalla Commissione europea per il settore Istruzione, ossia l'aumento al 40% della soglia dei giovani 30-34enni in possesso di un titolo universitario. Per innalzare questa quota percentuale- conclude Indire- sara' dunque necessario intervenire con azioni specifiche sul sistema della scuola primaria e secondaria, oltre che sulla qualita' dell'istruzione superiore".
Il 'Rapporto di monitoraggio e analisi dei prototipi di intervento territoriale' e' stato curato da Patrizia Lotti e Valentina Pedani dell'Indire.
(Wel/ Dire)
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