(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 4 lug. - "Non mi piacevano le cose che facevano gli altri, come discoteche o feste caotiche, tuttavia gli amici non mi hanno mai visto come una 'cosa strana'. Non sono mai stato un misantropo". Lo ammette senza problemi e con il sorriso Walter Ricciardi, quasi a voler ripercorrere mentalmente il passato. Presidente dell'Istituto Superiore di Sanita' (ISS) e prima attore, medico, ma anche accademico e politico. Una versatilita' figlia di un potenziale cognitivo fuori dal comune.
Nell'intervista rilasciata all'agenzia Dire, Ricciardi racconta il suo excursus formativo e le sue esperienze, a cominciare da quelle competenze che lo hanno differenziato dai suoi coetanei.
- Che voti prendeva al Liceo e all'Universita'? "Ho sempre preso il massimo dei voti: sessanta sessantesimi alla maturita', allora funzionava cosi', e mi laureai con 110 e lode. Diciamo che andavo benissimo in tutte le materie, tranne Matematica e Fisica. Entrambe mi hanno sempre fatto penare, ma se nella prima riuscivo a ottenere comunque dei buoni voti, nella seconda no ".
- Si puo' descrivere come curioso e molto ordinato? "Curioso assolutamente si', ordinato purtroppo no. Sono perfezionista, ma piuttosto disordinato".
- Notava le ingiustizie in classe? "Si', questa e' sempre stata una molla fortissima per me. Mi ha spinto- spiega il professore- a fare Medicina di Sanita' Pubblica e non il clinico. Piuttosto che curare una persona, mi piace risolvere i problemi delle popolazioni e delle organizzazioni. Ho sempre avuto l'aspirazione di cercare di reagire alle ingiustizie".
- Quando si e' accorto che aveva delle competenze maggiori rispetto agli altri? "Non lo so di preciso. Diciamo che mi veniva tutto naturale. Ho anche fatto delle cose abbastanza strane, ad esempio sono stato un attore-bambino prodigio. Ho cominciato a lavorare con la televisione e poi con il cinema a soli quattro, cinque anni, facevo una trasmissione - "I ragazzi di Padre Tobia" - che allora nella tv dei ragazzi era molto famosa. Devo dire che nonostante abbia lavorato per tutta l'epoca della scuola e poi dell'Universita', studiavo poco ma prendevo buoni voti. Riuscivo a memorizzare tutto, soprattutto durante le lezioni, cosi' a casa studiavo poco e poi riuscivo a cavarmela. Questo sorprendeva i miei amici, che studiavano molto di piu' ma prendevano voti sicuramente peggiori dei miei".
- E cio' accadeva solo nel contesto scolastico o anche sul set? "No, anche sul set. Ho sempre avuto una memoria molto forte, sapevo le battute mie e anche quelle degli altri. Imparavo tutti i copioni e, in piu', memorizzavo nozioni diciamo 'strane'. Mi ricordo che quando ero molto piccolo, intorno ai 4 anni, mio zio mi portava in giro quasi come un'esibizione perche' conoscevo tutti i calciatori delle figurine Panini. I nomi, dove giocavano, dove erano nati. E poi le capitali del mondo... diciamo che ero additato come bambino prodigio dai miei parenti".
- Queste sue competenze che vantaggi e svantaggi le portavano? "Direi solo grandi vantaggi, perche' onestamente ho fatto tante cose. Ne ho fatte molte di piu' di quelle che faceva un bambino normale. Recitazione a parte, ho praticato sport, giocavo a pallone, ho sempre viaggiato, quindi svantaggi non ne ho avuti. E devo anche dire- aggiunge il presidente dell'ISS- che non sono mai stato considerato un secchione, ero socievole e mi comportavo, se cosi' possiamo dire, come un paladino della giustizia".
- Si e' trovato bene in tutto il ciclo scolastico? "Non ho mai trovato delle difficolta', onestamente nelle attivita' che ho scelto mi e' sempre venuto tutto facile. Anche perche' ho cominciato presto. Quando sono andato all'asilo la maestra ha notato le mie qualita' e mi ha fatto saltare due classi. A cinque anni sono andato in prima e ho finito tutto con un anno di anticipo".
- Ha trovato adulti o coetanei con cui condividere questa condizione? "No, direi che sono sempre stato abbastanza normale nelle relazioni personali. I miei amici guardavano un po' con ammirazione, a volte con invidia, il fatto che rendessi pur studiando poco. Aiutavo anche gli altri, non dico passando i compiti ma sicuramente dando sempre una mano. Diciamo che parenti e amici mi hanno sempre considerato un po' speciale dal punto di vista delle capacita', che mi venivano naturali. Per tutta la mia vita- spiega il medico- non mi sono pesate ne' le ho fatte pesare. Diciamo che sono sempre stato abbastanza sociale".
- Si ricorda qualche altro aneddoto? "Ai miei tempi bisognava portare due materie agli orali di Maturita'. Una obbligatoria, italiano, l'altra a scelta. Ricordo che fui l'unico della classe a scegliere greco. Tutti mi davano del pazzo perche' era una materia che veniva costantemente evitata, invece a me piaceva molto. Ma sono stato anche uno dei pochi a optare per il tema storico. Queste, sono solo alcune delle decisioni che mi hanno sempre reso abbastanza particolare. Poi la recitazione, motivo delle mie tante assenze a scuola e del fatto che presi la laurea in Medicina facendo solo gli esami, cosa che oggi non si potrebbe fare. I miei compagni, felici comunque di vedermi in televisione, erano sorpresi che prendevo sempre il massimo dei voti pur frequentando pochissimo. Ecco gli episodi piacevoli-conclude Ricciardi- che mi hanno accompagnato in tutta la mia carriera scolastica e universitaria".
Qui e' possibile guardare la videointervista fatta al presidente dell'Iss dall'Agenzia Dire.
(Wel/ Dire)