(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 4 lug. - La tecnologia puo' avere un ruolo utile all'autonomia e all'apprendimento scolastico per alunni con disabilita', disturbi e, piu' in generale, Bisogni educativi speciali (Bes).
"La carta e la penna sono tecnologia. In realta' le tecnologie vengono incontro alle caratteristiche dell'essere umano da sempre, perche' l'uomo non puo' apprendere tutto quello che gli viene detto. Cosi' attraverso un escamotage ha sviluppato strumenti compensativi come la carta e la penna per poter memorizzare le informazioni". Fabrizio Corradi, responsabile dell'Ausilioteca dell'Istituto "Leonarda Vaccari" di Roma, parte da lontano per spiegare l'esistenza di una serie di tecnologie che permettono di attuare gli interventi educativi su bambini con disabilita', disturbi o Bes in base alle diverse esigenze.
"Le tecnologie- prosegue Corradi- possono essere semplici, come il tradurre un testo in immagini attraverso l'uso di software specifici, oppure complesse perche' permettono di scrivere tramite lo sguardo. Ci sono bambini con disturbi di apprendimento che utilizzano la sintesi vocale come accesso alla lettura, o ancora bambini che utilizzano tecnologie assistive (ausili) per accedere alla didattica avvalendosi di strumenti molto sofisticati, e per utilizzarli devono seguire training approfonditi".
Il docente di Tecnologie dell'apprendimento dell'Universita' Lumsa, insieme al Consorzio Universitario Fortune Humanitas, promuovera' un corso di formazione destinato ai professori proprio sul tema 'Ausili per l'inclusione scolastica'. "La tecnologia digitale e' d'aiuto se gli insegnanti la sanno utilizzare per produrre delle attivita' didattiche accessibili alle diverse esigenze dei bambini presenti in classe. Il digitale ci permette, aldila' della carta e della penna, di poter dare uno stesso testo a un bambino cieco o dislessico, che lo leggera' attraverso la sintesi vocale; a un bambino con disabilita' motoria, che ricorrera' a uno strumento specifico per girare le pagine (puntatore oculare); a un bambino con disabilita' intellettiva (ritardo cognitivo) semplificandolo; o ancora a bambini stranieri che optano per l'ausilio di immagini".
Il digitale ha quindi una duplice valenza: "Aiuta il bambino ad accedere alle sue potenzialita', gli permette di esprimere il massimo delle sue potenzialita' rispetto allo studio, ed e' utile agli insegnanti per tradurre i contenuti o le attivita' svolte in classe in un formato adeguato alle diverse esigenze dei bambini". "Le esigenze dei ragazzi sono molteplici- continua il responsabile dell'Ausilioteca dell'Istituto Leonarda Vaccari-: oltre alla disabilita' certificata, ai disturbi di apprendimento (legge 170) e ai Bes, in ogni classe, composta in genere da 25-30 discenti, si possono trovare dai 5 ai 7 casi di alunni con caratteristiche particolari. Gli strumenti per l'accesso ai contenuti non sono utili per tutti, ma solo per alcuni studenti con esigenze specifiche. Tuttavia- conclude il docente universitario- gli strumenti digitali e/o tecnologici rispondono bene alla didattica svolta in classe, perche' permettono di attuare percorsi integrati e partecipati, in cui la componente digitale diventa uno mezzo in piu' ai fini dell'inclusione".
Qui e' possibile vedere la videointervista della Dire.
(Wel/ Dire)