È un film documentario, tra protagonisti ospiti di Rebibbia
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 20 giu. - Quanto e' difficile rientrare in famiglia e inserirsi nel mondo del lavoro dopo un periodo trascorso in carcere, in particolare all'interno di quello romano di Rebibbia? Tornare al mondo esterno dopo anni di lontananza forzata e' il tema del film documentario "Ombre della sera".
L'articolo 27 della Costituzione italiana assegna alla pena detentiva una funzione precisa: sostenere e accompagnare i cittadini reclusi in un percorso di rieducazione e di riabilitazione che dovrebbe metterli in grado, scontata la condanna, di reinserirsi nella societa' civile, anche grazie al lavoro. Di questo percorso, di questo cammino che passa dalla condanna alla liberazione, la societa' conosce ben poco perche' e' ancora condizionata da una visione del carcere come luogo di espiazione fine a se' stesso. Il film documentario "Ombre della Sera", interpretato dai detenuti in misura alternativa e dagli ex detenuti di Rebibbia (Roma), nasce per raccontare il percorso di reinserimento familiare e sociale che intraprendono i "liberanti", uscendo dal carcere.
L'associazione "Altro Diritto Pisa" collabora da tempo con il garante per i detenuti del Comune di Pisa, Alberto di Martino, docente di diritto penale alla Scuola Superiore Sant'Anna. "Ombre della sera" e' stato realizzato con il sostegno del ministero della Giustizia e del ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo.
"Trattare della questione penitenziaria, grazie al messaggio veicolato da questa pellicola- commenta l'avvocato Annarosa Francini del Foro di Pisa- e' adesso di vitale importanza, vista l'attenzione mediatica sull'argomento, provocata anche dai recenti sviluppi della vicenda penitenziaria di Toto' Riina.
Credo che si debba approfittare di ogni occasione di sensibilizzazione culturale ed etica sul tema carcerario. Ombre della sera e' una di queste rare e coraggiose occasioni".
(Wel/ Dire)