Giovani, "di loro si parla solo quando c'e' qualcosa di drammatico"
A dirlo e' Gigi Gherzi, attore teatrale. Porta in giro lo spettacolo "Il sogno della gioventu'"
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 24 gen. - "Dei giovani si parla solo quando c'e' qualcosa di drammatico. Ma questo e' un problema". Gigi Gherzi, attore teatrale di lungo corso, porta in giro per l'Italia uno spettacolo sui giovani, "Il sogno della gioventu'".
L'omicidio della coppia nel ferrarese compiuto da uno dei figli insieme ad un amico sconvolge, pone tanti interrogativi.
"Il tema dei giovani e del loro rapporto con i genitori lo focalizziamo solo quando c'e' qualcosa di criminale- commenta Gherzi-. Piu' in generale, dei giovani si parla solo quando c'e' un corpo martoriato, drogato, bulimico o anoressico. Solo attraverso queste cose si sveglia un minimo di sensibilita', ma e' deviante, riduttivo. Abbiamo fatto diventare la gioventu' un problema e non e' piu' sinonimo di speranza e futuro". Per scrivere il suo nuovo spettacolo Gigi Gherzi ha viaggiato in lungo e in largo per lo stivale per conoscere i giovani. "Ho fatto corsi di teatro anche nelle scuole piu' difficili, per incontrare questi ragazzi che nessuno sembra piu' volere". Ora sul palco Gherzi interpreta il ruolo di uno strano archivista che ha collezionato 40 storie di giovani, incontrati nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei stage post laurea, nelle piazze e locali del divertimento. Storie che dialogano con il lavoro fotografico di Luca Meola, che di volta in volta prende forma di canto lirico, videoclip e "partitura visiva dello spettacolo".
Ogni sera lo spettacolo e' diverso. "Insieme a me sul palco ci sono gruppi di giovani, ogni volta una decina, che scelgono le storie da raccontare tra le 40 collezionate -afferma Gherzi-.
Sono giovani con i quali ho lavorato nella stesura dello spettacolo, che ho incontrato nei miei viaggi". "L'idea di questo lavoro nasce da lontano- aggiunge-. Voglio raccontare la trasformazione che ho visto negli ultimi trent'anni. Perche' dobbiamo capire che cosa e' successo. I giovani sono stati trasformati in consumatori. C'e' un calcolo cinico in questo e chi li taccia di essere bamboccioni dovrebbe invece riflettere su se stesso, su cosa ha fatto da adulto contro i giovani. Perche' ci troviamo di fronte a uno scontro di generazioni, in cui sono gli adulti a voler competere con i figli".
È uno spettacolo che va alla ricerca della gioventu' scomparsa. "I giovani esistono, ovviamente, ma non e' piu' un fattore anagrafico. Non solo. Mentre e' la gioventu' che e' venuta meno, ossia come periodo di formazione, di crescita verso l'eta' adulta, di scoperta e sperimentazione di nuove strade.
Abbiamo consegnato alle nuove generazione un mondo che non riconosce piu' questa fase, che la ridicolizza o la sfrutta". "Il sogno della gioventu'", curato dalla regista Silvia Baldini, e' prodotto in collaborazione con Campo Teatrale, Casa in movimento di Cologno Monzese, Teatro Periferico di Cassano Valcuvia, I.A.C. di Matera, Qui e Ora Residenza Teatrale. È in scena a Milano a Campo Teatrale (via Cambiasi 10) fino al 29 gennaio. Da aprile lo spettacolo fara' tappa in altre citta' italiane.
(Wel/ Dire)
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