(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 28 feb. - I campanelli di allarme dell'anoressia si vedono a tavola. "Una persona che perde la componente conviviale, o che mentre mangia resta ossessivamente concentrata. Tende a sminuzzare o a girare spesso quello che ha nel piatto, come se il momento del confronto tra il cibo e la bocca, e quindi il poterlo assumere, digerire e potenzialmente 'ingrassare', fosse un momento estremamente difficile".
Ne parla in un video Stefano Erzegovesi, medico psichiatra e nutrizionista, coordinatore delle attivita' cliniche e di ricerca al Centro per i Disturbi Alimentari dell'Ospedale San Raffaele di Milano.
"Si nota un'attenzione che prima non c'era sulla forma corporea- spiega il medico- ragazze che cominciano a chiedere non mi vedi piu' grassa? Moltissime adolescenti lo fanno, la differenza e' che nell'anoressia questa preoccupazione assume caratteristiche ossessive. Diventa persistente. Lo specchio e' sia il compagno per controllare che l'aguzzino, un giudice molto severo sull'immagine corporea". Se una persona che "finisce il pasto deve correre a fare ginnastica, o correre in bagno, e' un altro motivo per sospettare che qualcosa in generale non funziona piu' come prima".
I segnali di allarme non sono finiti: attenzione a "una riduzione del funzionamento. Chi ha l'anoressia comincia ad evitare le relazioni sociali, perche' con il digiuno le energie diminuiscono e ci si comincia a ritirare".
Nella bulimia "la componente ideativa e' simile a quella dell'anoressia: una preoccupazione per il peso, per l'alimentazione e per il cibo. Il tratto distintivo e' a tavola, si tende ad avere un atteggiamento vorace. Bisogna osservare poi, se alla fine del pasto, la persona va in bagno. Nella bulimia l'abbuffata viene generalmente fatta di nascosto, ed e' importante non fare i poliziotti ma cercare di parlarne apertamente". Apparentemente questo tipo di confronto "spaventa chi ha un disturbo alimentare, ma se viene affrontato in modo giusto puo' dare un grande sollievo in chi soffre di un disturbo alimentare. È meglio non dire: sei magra, sei anoressica; ti abbuffi, sei bulimica. È preferibile dire- conclude Erzegovesi- c'e' qualcosa che e' cambiato nella tua salute nell'ultimo periodo, cerchiamo magari insieme di chiedere aiuto".
(Wel/ Dire)