Impatti su stili di vita sono possibili, ma tutta la societa' deve muoversi
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 28 feb. - Studi e attivita' di ricerca sull'alimentazione ce ne sono al ministero della Salute: dal risk assessment al microbiota, dalla sicurezza ambientale allo 'smart food'. "Nella Strategia nazionale di specializzazione intelligente e' prevista anche una specifica Area (Scienze della Vita) suddivisa in tre settori (Bioeconomia, Salute e Agrifood). A sua volta, nel settore Salute una delle cinque traiettorie e' specificamente dedicata alla Nutraceutica e alla Nutrigenomica. Tematiche sulle quali si dovrebbe sviluppare un interessante filone di ricerca nei prossimi anni". Fa sapere alla Dire Giovanni Leonardi, direttore generale della Ricerca e dell'Innovazione del ministero della Salute.
- Per sensibilizzare a stili di vita corretti occorre comunicare. È possibile far incontrare istituzioni e collettivita'? "Il programma di sorveglianza 'Okkio alla Salute' e' un esempio calzante poiche' il ministero della Salute e il Miur, per promuovere dei progetti in tema di sensibilizzazione sugli stili di vita corretti rivolti ai minori, coinvolgono sia le scuole che gli operatori sanitari organizzando dei momenti di raccordo. Tuttavia- avverte il direttore- gli stili di vita riguardano l'esistenza delle persone a 360 gradi, e non possiamo essere troppo invasivi. Il nostro dovere e' quello di sensibilizzare e stimolare le persone ad assumere comportamenti salutari, non di vietare di mangiare grassi".
- Come fate a sapere se le azioni di sensibilizzazione che portate avanti abbiano dei risvolti concreti? "Attraverso le indagini epidemiologiche- risponde Leonardi-. Gli effetti delle campagne si vedono nel tempo, andando ad analizzare ad esempio l'incidenza di determinate malattie, l'aumento o la riduzione del ricorso a certi tipi di farmaci e di diete. È ovvio che un'azione di impatto sugli stili di vita delle persone non puo' avere alle spalle un singolo ministero o il solo governo, deve esserci tutta la societa' che deve muoversi. Il ministero della Salute e' il nodo di una Rete- sottolinea il direttore generale della Ricerca e dell'Innovazione- e nella Rete nessuno comanda, i soggetti si interconnettono. Il ministero della Salute fa la sua parte, a lui devono unirsi gli altri settori. La scuola e' fondamentale, educa sia figli che i genitori. Cio' che si apprende a scuola si riverbera su tutta la famiglia".
- Sul fumo c'e' stato un impatto forte con l'azione decisa del governo di vietare di fumare nei locali aperti al pubblico. Non puo' esserci un'azione parimenti drastica anche verso i cibi non salutari? "Andremmo a coartare la liberta' individuale. Il divieto di fumare nei locali tutela la salute di chi non fuma- chiosa Leonardi- ma fuori dal locale i fumatori fumano. Non dobbiamo trasformarci in uno Stato etico. Certo, esistono negli Stati Uniti delle aziende che non assumono chi fuma, o li licenziano, ma questo modo di pensare non fa parte della nostra cultura. Noi lavoriamo sulla sensibilizzazione- conclude- del resto una consapevolezza differente oggi c'e'".
(Wel/ Dire)