Il nutrizionista: Il problema nei bambini e' l'inconsapevolezza dei genitori
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 28 feb. - "Il nutrimento non e' legato solo a un bisogno fisiologico, all'abitudine al mangiare, ma anche, e tanto, al complesso mondo delle emozioni. Il cibo e' nella mente delle persone". Ne parla alla Dire Vittorio Roberti, biologo nutrizionista e specialista in Scienza dell'Alimentazione, docente di Nutrizione Preventiva nei centri Eurios e Humaniter di Napoli, e consigliere nel direttivo nazionale dell'ANSiSA (Associazione Nazionale Specialisti in Scienza dell'Alimentazione).
"Spesso nella famiglia moderna, che vive nel caos di una societa' liquida e segnata da ritmi sempre piu' veloci, i figli sono o lasciati nella piu' assoluta liberta' oppure subiscono le conseguenze di atteggiamenti iperprotettivi da parte dei genitori, che li considerano di loro proprieta'. In alcuni casi il cibo puo' diventare quindi il consolatore per eccellenza, un sedativo- spiega l'esperto-, e se parliamo di ragazzine nella fascia adolescenziale, il cibo puo' diventare la compensazione a uno stato emotivo disturbante, quasi l'amante segreto".
Questo tema e' "spesso trattato con leggerezza- denuncia Roberti- quasi che il rapporto con il cibo e la constatazione del peso siano fattori puramente estetici e consumistici, da gestire come degli optional. In realta', il peso e' ben altro- sottolinea il nutrizionista- e' il termometro di come ci si nutre, e il nutrimento e' del corpo e dell'anima, intesi come elementi complementari dell'equilibrio generale della persona".
- Quali sono le problematiche piu' comuni in eta' evolutiva? "Il primo problema e' quello della responsabilita' consapevole dei genitori- risponde Roberti-. Un adolescente difficilmente e' autonomo nella scelta del cibo, nel comprarlo e prepararselo. È la famiglia che gestisce la sua alimentazione. Per questo occorre che la famiglia adotti e mantenga uno stile alimentare improntato ai principi della dieta mediterranea, riconosciuta come la piu' salutistica e dietetica".
- Quando non c'e' consapevolezza? "Non sempre il genitore e' consapevole della massa corporea del proprio figlio. Per un buon 50% dei casi l'obeso viene scambiato per un sovrappeso e il sovrappeso e' la normalita'. La mamma che non ha la percezione esatta del peso del ragazzo fa si' che suo figlio si trovi ad essere obeso in un momento della vita in cui il 'vedersi' e' estremamente importante: cominceranno allora i nascondimenti, le fughe, il non indossare determinati colori, particolari abiti, e non uscire con gli altri. Tutto parte dalla mancanza di consapevolezza del genitore, che deve sapere come gestire e regolare l'alimentazione del figlio. Senza consapevolezza si va a ruota libera e si mangia male. Piu' che di ipercalorie- chiarisce il professore- oggi nella famiglia moderna si deve parlare di cattiva gestione delle calorie. Non essendoci la consapevolezza del peso, i genitori, soprattutto le mamme, non badano a quel che il loro frigorifero spesso ospita: una bottiglia di Coca-Cola contiene circa 57 zollette di zucchero, e la si beve come una bibita dolce da offrire in famiglia senza sapere che impatto abbia sulla salute. Gli zuccheri semplici (come quelli delle bibite o dei prodotti da forno particolarmente bianchi) sono rapidi e non protetti da fibre, vanno a infarcire la cellula adiposa".
- Vede piu' bambini in sovrappeso o in sottopeso? "Il grosso problema e' costituito prevalentemente dall'obesita' e in subordine dal sovrappeso- risponde il biologo- che in alcune regioni sta interessando circa il 50% dei ragazzi dagli 8 ai 12 anni. Minori che in buona percentuale (50-60%) resteranno obesi, perche' il processo della cellula adiposa non e' reversibile". Da qui partira' "il rifiuto di vedersi, di escludere colori, compagnie e luoghi. Il cibo comincera' ad avere l'aspetto di un disturbo del comportamento alimentare e non sara' piu' un piacere".
- Cosa si puo' fare? "Partire dalle buone e sane regole della famiglia. Dicono che i ragazzi non vogliono mangiare frutta, verdura e fibre- continua il biologo-, pero' una mamma puo' far girare per casa tartarughini (panini), pasta e riso integrali.
Puo' preparare dei panini integrali farciti con foglie di lattuga, pomodorini o altro. In questo modo nascera' una educazione al cibo che non sia un divieto, ma una integrazione di alimenti tra cui le fibre che rallentano l'ingresso degli zuccheri semplici, quale causa principale del grasso. I bambini mangiano quello che gli danno gli adulti.".
- Possono essere d'aiuto dei corsi di nutrizione a scuola? "Ho lavorato molto con le scuole. Il 90% dei genitori non viene, perche' la scuola e' percepita soprattutto sul piano prestazionale. Informare i bambini serve sempre, ma e' necessaria la presenza dei genitori. Il tutto funziona se scuola e famiglia diventano tutt'uno- afferma Roberti-: quando il figlio vede che la mamma partecipa agli incontri a scuola e che l'informazione non e' semplicemente subi'ta, e' piu' invogliato a fare tesoro dei messaggi positivi che la scuola propone".
- Stiamo smarrendo la dieta mediterranea? "Si sta perdendo perche' il mondo e' liquido e veloce- afferma il professore-, perche' si dedica poca attenzione alla cucina. Ho scritto, in collaborazione con Nicola Prebenna, esperto di Scienze Sociopsicopedagogiche, un libro, 'Mi prendo per la golaà e dimagrisco' (Delta 3 Edizioni), che fa capire che anche in pochissimo tempo si possono preparare ottimi menu' e che e' possibile dimagrire pure mangiando pasta e cioccolata. Oggi non sempre si conoscono gli alimenti, le associazioni e le sequenze degli alimenti: dobbiamo imparare a nutrirci. Perche' le francesi sono le piu' magre d'Europa e hanno il minor rischio di incorrere in malattie cardiovascolari? Iniziano il pasto sempre con una verdura- fa sapere il nutrizionista- e se mangiano gnocchi e pasta dopo aver mangiato una verdura, riescono ad assicurare il giusto drenaggio: a trasformare carboidrati per l'utilizzo immediato per il corpo e non per costituire una riserva di grassi".
Roberti ha partecipato al Forum 2017 su 'La promozione della salute nel bambino del III millennio: professioni a confronto', e il titolo della sua relazione era 'Siamo o non siamo onnivori? Impariamo a nutrirci e non soltanto a mangiare': "Noi siamo quello che l'evoluzione ci ha dato di essere", dice Roberti. "Siamo onnivori perche' abbiamo i canini e la nostra dentizione e' completa per addentare le carni. Abbiamo uno stomaco piccolo e non quattro stomachi come gli animali che si nutrono di vegetali. Il nostro intestino e' lungo per consentire la digestione di carni piu' impegnative da digerire. Abbiamo un Ph dello stomaco ben acido, che gli erbivori non hanno, per bruciare i cibi densi che arrivano. Possiamo scegliere di essere vegetariani e vegani, ma e' una scelta etico-morale e non salutistica. I centenari- conclude- sono tutti onnivori; la moda del veganismo e del vegetarismo va tenuta sotto controllo".
Il testo 'Mi prendo per la golaà e dimagrisco' puo' essere richiesto agli autori, scrivendo agli indirizzi email roberti.vittorio@gmal.com e nicolapreb@gmail.com, oppure sul canale Internet.
(Wel/ Dire)