(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 21 feb. - L'Istat presenta, per la prima volta, un'analisi descrittiva della comorbosita' associata al suicidio. Obiettivo dell'approfondimento e' quello di fornire una misura quantitativa dei decessi per suicidio con presenza di una malattia importante. La fonte informativa delle analisi presentate e' rappresentata dalle certificazioni di morte raccolte annualmente dall'Istat.
I risultati documentano, in una parte non trascurabile di casi, un cattivo stato fisico o psichico che potrebbe aver influenzato la scelta di suicidarsi; tuttavia, le associazioni riscontrate non possono essere tout-court interpretate come una misura diretta della relazione causale tra presenza della malattia e gesto del suicidio. In Italia, dal 2011, l'informazione sui suicidi, coerentemente con gli indirizzi internazionali si basa sui dati provenienti dall'Indagine sui decessi e le cause di morte. Tale fonte, sottoposta al Regolamento Europeo per le Statistiche sulla salute pubblica, e' esaustiva, accurata e armonizzata.
Per i decessi da cause violente, sempre dal 2011, e' disponibile anche la morbosita' associata, ovvero l'informazione derivante dalla certificazione da parte del medico della presenza di malattie o stati morbosi che si ritiene abbiano avuto un ruolo nel determinare l'evento fatale.
Lo studio prende in esame tutti i casi di suicidio nel triennio 2011-2013. Per ciascun certificato di morte sono state individuate le entita' morbose che forniscono indicazione della presenza di una malattia importante (fisica o mentale). Nel periodo considerato si sono registrati 12.877 suicidi (2.812 donne e 10.065 uomini). Circa 1 caso di suicidio su 5 presenta una morbosita' associata rilevante (2.401 decessi). La frequenza di stati morbosi rilevanti e' piu' alta al crescere dell'eta' e nelle donne (la proporzione di suicidi con morbosita' associata e' del 27% nelle donne e del 16% negli uomini).
In 737 suicidi e' certificata la presenza di malattie fisiche rilevanti. Tra questi, 288 presentano anche una malattia mentale (principalmente depressione). In 1.664 casi si segnala la presenza di sole malattie mentali (principalmente depressione e ansia).
Nelle donne e' maggiore la proporzione dei suicidi con menzione di malattie mentali specialmente nelle classe di eta' 35-64 anni (23% rispetto al 12% degli uomini) e in quella 65 ed oltre (20% contro il 10%).
Minori differenze di genere si osservano nel caso delle malattie fisiche, che si presentano con una proporzione simile per maschi e femmine fino ai 65 anni, mentre tra gli ultrasessantacinquenni risulta leggermente piu' alta tra gli uomini (12% contro 10%).
Circa la meta' dei suicidi avviene in casa. Tale quota risulta piu' elevata (57%) nel caso di suicidio associato ad una malattia mentale. Il 30% dei suicidi in presenza di malattie fisiche avviene in istituti di cura.
La proporzione di suicidi con stati morbosi rilevanti e' maggiore nelle aree del Nord e del Centro del Paese.
Rispetto ai suicidi con malattie mentali, in presenza di una malattia fisica sono piu' frequenti i casi di auto-avvelenamento, di utilizzo di armi da fuoco o di oggetti appuntiti. Nel caso di una malattia mentale e' maggiore la propensione all'utilizzo di metodi che provocano asfissie traumatiche (impiccamento, strangolamento, soffocamento o annegamento).
(Wel/ Dire)