(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 7 feb. - Il 10 ottobre 2016, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, la Societa' Italiana di Psichiatria ha pubblicamente dichiarato: "In Italia si investe troppo poco in Salute Mentale. Sarebbe necessario vincolare il 6% delle risorse del Ssn e fissare standard minimi di personale dedicato, poiche' la contrazione delle risorse ha avuto un impatto maggiore sull'assistenza psichiatrica che in altre discipline nelle quali la tecnologia ha potuto sopperire in parte al fattore umano. Il mancato rinnovamento del personale dei servizi ha inoltre rallentato l'introduzione dell'innovazione e favorito situazioni di 'burn out' degli operatori, sovente oberati dalle incombenze di routine". A ricordarlo sono Claudio Mencacci, presidente Societa' Italiana di Psichiatria, Bernardo Carpiniello, presidente Eletto Societa' Italiana di Psichiatria, Enrico Zanalda, segretario Societa' Italiana di Psichiatria.
Il Dpcm sui nuovi Lea, che sostituisce quello del 2001, "appare ricco di propositi interessanti, ma che senza una scelta di priorita' e una strategia di individuazione delle risorse rimarranno lettera morta. In questi 15 anni la domanda di cure in Salute Mentale e' aumentata in termini numerici (il 25% delle persone presenta dei disagi psichici nel corso della vita, di cui il 3-5 % sono disturbi gravi) e sono aumentate anche le possibilita' di risposte terapeutiche qualitativamente adeguate che richiedono pero' investimenti in personale e formazione.
Tutto questo rende il sistema di cure fornito dalle attuali dotazioni dei Dipartimenti di Salute Mentale (Dsm) italiani obsolete poiche' non riesce ad implementare le procedure di trattamento (farmacologico, psicoterapeutico e riabilitativo) con conseguente minore efficacia degli interventi terapeutici. È carente l'intervento sugli 'esordi psicotici', sui quali l'applicazione dei modelli piu' accreditati di prevenzione secondaria permetterebbe una notevole riduzione della cronicita'.
Il Dsm non riesce a fornire risposte ai bisogni delle fasce di popolazione piu' deboli come gli 'homeless' ed i migranti.
Infine, la recente 'chiusura degli Opg' ha riversato sugli operatori dei Dsm delle responsabilita' assistenziali notevoli per i pazienti autori di reato, senza potenziamenti organizzativi e di risorse. Tutto questo determina l'attuale impossibilita' dei Dsm a garantire qualificati standard di cure alle persone che vi si rivolgono e la sicurezza del personale che vi opera".
La Societa' Italiana di Psichiatria sostiene che "l'approvazione dei nuovi Lea, possa essere l'occasione di riorganizzare le risposte terapeutiche dei Dsm purche' si individuino a livello nazionale risorse e priorita' da imporre a tutte le regioni. La conferenza delle Regioni ha recentemente approvato importanti documenti sulle strutture residenziali psichiatriche e sui percorsi di cura per la Depressione, la Schizofrenia e i Disturbi di Personalita'. Non mancano quindi ne' i modelli, ne' gli obiettivi e nemmeno la possibilita' di verificare l'efficacia e la diffusione degli interventi attraverso il Sistema Informatico Salute Mentale (Sism) attraverso il quale il Ministero della Salute ha pubblicato nel mese di dicembre 2016 il primo report relative allo stato della Salute Mentale nel 2015".
Visto che "non tutto puo' essere realizzato nel breve periodo e bisogna individuare una priorita', proponiamo di focalizzare l'adeguamento dei servizi a livello nazionale su almeno un obiettivo per ogni Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) attraverso la priorita' clinica. Nel caso della Schizofrenia definire che tutti i servizi italiani devono essere in grado di realizzare dei programmi specifici per gli esordi psicotici; nel caso dei Disturbi di Personalita' la garanzia di specifici percorsi psicoterapeutici e nel caso della Depressione Comune e Bipolare l'assunzione in cura attraverso le modalita' piu' efficaci indicate dalla letteratura che consistono nell'abbinamento del trattamento farmacologico specialistico con quello cognitivo comportamentale e/o psicoeducazionale. Bisogna che le Regioni impongano alle Aziende l'implementazione delle innovazioni terapeutiche basate sulle evidenze e gli standard minimi nelle dotazioni di personale dei Dsm per poterli realizzare. È indispensabile inserire il livello di risorse vincolate alla salute mentale che permetta la realizzazione di questi obiettivi comuni e prioritari".
Si "deve inoltre sensibilizzare l'opinione pubblica ai problemi della malattia mentale, diffondendo l'informazione sulla sua curabilita' che permette di contrastare i pregiudizi e l'esclusione che accompagnano questi disturbi. Ridurre lo stigma della malattia mentale e dei servizi deputati a trattarla, aiuta le persone a rivolgersi con maggiore tempestivita' alla psichiatria. In questo modo puo' essere garantita la risposta piu' efficace, evitato l'inutile vagabondaggio di pazienti e familiari ad agenzie di cura improprie e si previene la cronicita' con i suoi alti costi residenziali".
(Wel/ Dire)