(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 7 feb. - L'insegna e' gia' un programma: raB. Un modo per ribaltare luoghi comuni e stereotipi. In corso San Gottardo 41, a Milano, ci provano da un paio di mesi, con un caffe' letterario, in cui lavorano insieme otto persone, alcune delle quali con problemi di salute mentale. Ma attenzione, Rab e' un bel caffe', con dolci, brioches, panini o altri stuzzichini che tentano solo a guardarli. Un luogo informale in cui passare del tempo, studiare, scrivere una mail o anche solo per bere un caffe' al volo. In un angolo una piccola lavagna in cui sono segnati i caffe' in sospeso lasciati dai clienti. C'e' poi lo scaffale per il bookcrossing.
"Le persone ci vengono per il servizio che offriamo -spiega Silvia Gargantini, una degli otto soci della cooperativa Baracca che ha dato vita a questo caffe'-. Poi conoscendoci scoprono anche la storia di ciascuno di noi. Ma certo non vogliamo che i clienti vengano per solidarieta'. Il nostro obiettivo e' eliminare le barriere e i pregiudizi" .
L'idea di aprire raB nasce nel 2011, tra alcuni volontari dell'associazione 'Handicap su' la testa!'. "Lo stile dell'associazione e' quello di andare oltre la logica del rapporto tra assistente e assistito. Si sta insieme per amicizia, per condividere momenti di svago, oppure anche momenti difficili. E a un certo punto abbiamo pensato che avremmo potuto condividere anche il lavoro". Rab e' aperto il martedi' e mercoledi' dalle 9.30 alle 19, dal giovedi' al sabato dalle 9.30 alle 2 di notte e la domenica pomeriggio (14.30 -19).
"Durante le aperture serali proponiamo eventi di vario genere -aggiunge Silvia-. Anche la cultura puo' aiutare a superare le barriere". In due mesi di attivita' ci sono state serate di musica, di gioco, incontri culturali. Con il locale sempre pieno. Rab fa parte inoltre di We-mi, piattaforma web e rete di servizi offerti da 58 enti del terzo settore, in collaborazione con il Comune di Milano. Il caffe' di corso San Gottardo e' uno dei tre punti fisici di questa rete, dove e' possibile incontrare anche alcuni degli operatori sociali degli enti. "E' un modo per deformalizzare i servizi sociali -sottolinea Silvia-. Qui per ora offrono un orientamento alle persone che hanno bisogno di aiuto, consigliando a chi possono rivolgersi tra i tanti servizi presenti a Milano".
(Wel/ Dire)