Tre professionisti su 20 hanno subi'to qualche forma di aggressione fisica
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 5 dic. - Il tema delle minacce e delle aggressioni subite dagli assistenti sociali romani, le situazioni di rischio e le criticita' che vengono riscontrate, e le possibili misure per evitare questi fenomeni, sono state al centro di un incontro tra i tecnici dell'assessorato alle Politiche sociali di Roma Capitale, guidati dal direttore generale Angelo Marano, e una delegazione del Consiglio dell'Ordine del Lazio degli Assistenti sociali, guidata dalla presidente, Patrizia Favali.
"Nel Lazio si riscontra una situazione - desunta dalle risposte ad una serie di questionari, predisposti da ricercatori di tre Universita' della penisola, da parte di oltre mille colleghi e colleghe - pressoche' analoga a quella nazionale", spiega Favali.
"Solo poco piu' di un assistente sociale su dieci (11,8%)- dice- nel corso della propria esperienza professionale non ha mai ricevuto minacce, intimidazioni o aggressioni verbali e ben tre professionisti su venti (il 15,4% ) hanno subi'to una qualche forma di aggressione fisica. Un assistente sociale su dieci (l'11,2%) ha subi'to danni, a beni o proprieta', addebitabili all'esercizio della professione; oltre tre su dieci (il 35,8%) ha temuto per la propria incolumita' o per quella di un familiare a causa del lavoro".
In un documento - frutto anche del coinvolgimento di oltre 300 assistenti sociali del Lazio e presentato nel corso dell'incontro - viene sottolineata la necessita' di un "esame generale della situazione logistica dei Servizi sociali: ubicazione, collegamento con gli altri uffici municipali, presenza della sorveglianza, illuminazione, servizio di portineria, telesorveglianza, ingressi vigilati, sistemazione delle stanze e degli arredi".
"La figura dell'assistente sociale- dice ancora Favali- e' quella piu' esposta e generalmente e' costretta a denunciare gli atti aggressivi individualmente e senza che Roma Capitale accompagni o sostenga la denuncia".
Al termine dell'incontro, Favali ha sottolineato che "oggi e' stato compiuto un primo passo sulla strada che deve condurre ad affrontare e a risolvere concretamente un problema cosi' importante come quello delle minacce e delle aggressioni agli assistenti sociali".
"Mi pare importante sottolineare- ha concluso- come siano stati congiuntamente adottate una serie di decisioni: dall'avvio di una specifica formazione dei professionisti su questi particolari temi, alla predisposizione di una specifico protocollo d'intesa tra Roma Capitale e Ordine anche sulla scorta delle esperienze maturate in alcune citta' come Genova e Bologna; dalla redazione di specifiche procedure operative standardizzate per la gestione di queste particolari situazioni, fino ad interventi volti a migliorare il rapporto con l'Autorita' giudiziaria".
(Wel/Dire)