L'allarme lanciato da don Antonio Mazzi e don Chino Pezzoli
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 11 apr. - Le comunita' per tossicodipendenti sono strapiene e rischiano di chiudere per mancanza di fondi. La Regione Lombardia non aggiorna le tariffe dal 2008 e riescono cosi' a coprire solo il 20% delle spese. E mentre eroina e cocaina arrivano a toccare ragazzini di 14 o 15 anni, "la politica e le istituzioni tacciono". A lanciare l'allarme don Antonio Mazzi, presidente di Exodus, don Chino Pezzoli, presidente della Comunita' promozione umana, Simone Feder della Casa del Giovane di Pavia, e Pietro Farneti, presidente dell'Associazione servizi ambulatoriali per le dipendenze (Smi). Per rendere piu' forte il loro messaggio, hanno organizzato la conferenza stampa nel boschetto di Rogoredo, "vero e proprio supermercato a cielo aperto delle droghe", come lo definisce don Chino. "Siamo tornati ai livelli degli anni '80" aggiunge don Antonio Mazzi, ricordando quando il Parco Lambro era terra di nessuno "con le siringhe piantate negli alberi e decine di poveracci che vagavano alla ricerca di una dose". Ma oggi le novita', rispetto ad allora, sono due: la prima e' che lo spaccio di droga ha clienti sempre piu' giovani (praticamente dei ragazzini) e, secondo, il terrorismo islamico cerca adepti e "soldati" proprio tra i tossicodipendenti. "Ci sono arrivati diversi segnali in questo senso qui a Milano - sottolinea Pietro Farneti -. La diffusione delle droghe sta diventando quindi un problema di terrorismo. E' tra i soggetti piu' fragili, piu' facilmente circuibili, che il terrorismo si sta muovendo".
Il motivo per cui i conti delle comunita' terapeutiche per persone con problemi di dipendenza (droga, alcol e gioco d'azzardo) e' molto semplice. La cura di una persone costa circa 70 euro al giorno, la Regione riconosce un rimborso alle comunita' accreditate che va dai 44 ai 52 euro al giorno. "In comunita' c'e' la presenza di educatori specializzati 24 ore su 24 -spiega Simone Feder-. E poi c'e' bisogno di almeno un infermiere e della collaborazione di psicologi, psichiatri, neurologi, perche' abbiamo persone con molteplici problemi di dipendenza che hanno ripercussioni pesanti sulla loro salute".
Don Chino aggiunge: "Nelle miei comunita' ospitiamo complessivamente 500 persone e ci lavorano 150 dipendenti. Ogni mese, solo per gli stipendi, vanno via circa 350 mila euro. Ma poi dobbiamo sostenere tanti altri costi, per esempio per le cure sanitarie oppure per i corsi di formazione degli ospiti per garantire loro un futuro nel mondo del lavoro".
Come e' possibile "che siamo di nuovo in una situazione del genere? -tuona don Antonio Mazzi-. Questo boschetto e' un luogo in cui si vede cosa sta succedendo con le droghe, ma il problema e' diffuso in tutta la citta', anche se e' piu' nascosto. La politica non ne parla, le istituzioni sono assenti. Occorre ripartire dalla prevenzione e chiediamo a tutti -scuola, oratori, istituzioni, famiglie- di impegnarsi con noi".
(Wel/ Dire)