(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 4 apr. - "Durante l'arco della vita una persona autistica su due va incontro almeno a un disturbo psichiatrico principale aggiuntivo. Inoltre, la prevalenza di tutti i disturbi psichiatrici nei soggetti con disturbi dello spettro autistico e' di circa 4 volte superiore rispetto a quella della popolazione generale". Lo rivela Marco Bertelli, psichiatra e direttore scientifico del CREA (Centro Ricerca e Ambulatori) della Fondazione San Sebastiano della Misericordia di Firenze, nonche' membro della Fondazione italiana autismo (Fia), in occasione della conferenza al ministero della Salute.
"Se la schizofrenia, ad esempio, ha una prevalenza nella popolazione generale dello 0,7%- spiega Bertelli- nei soggetti autistici dobbiamo moltiplicarla per 4, arrivando quasi al 3%. Lo stesso possiamo dire per i disturbi depressivi, bipolari e d'ansia, che sappiamo avere prevalenze molto piu' alte nella popolazione generale".
Per quanto riguarda l'eta' di esordio "la letteratura fa vedere che e' precoce rispetto a quanto accade alla popolazione generale. Se pensiamo che nella popolazione generale la schizofrenia insorge nella tarda adolescenza, prima eta' adulta, nell'autismo abbiamo dei casi gia' a 7-10 anni. A volte dobbiamo propio distinguere l'autismo dalla schizofrenia ed e' particolarmente difficile in chi ha una disabilita' intellettiva poiche' la fenomenologia e' di nuovo molto peculiare".
Curare come schizofrenici i soggetti autistici "e' molto pericoloso- avverte Bertelli-, in quanto rischiamo di dare antipsicotici per curare delle cose che non si curano con gli antipsicotici".
- È un problema ricorrente? "In Italia prevale il concetto della psicosi di innesto- continua lo psichiatra- che esprime una idea vecchissima: il disturbo del neurosviluppo predispone alla psicosi. E' una follia massima e sottostima la prevalenza di disturbi dell'umore e d'ansia che la letteratura ci dice essere molto piu' frequenti che non la schizofrenia e gli altri disturbi psicotici".
"Nei bambini sono stati rilevati come frequenti i disturbi dell'umore, d'ansia, il disturbo oppositivo provocatorio e solo in ultima battuta i disturbi psicotici- ricorda Bertelli- che invece ancora oggi vengono diagnosticati con un'altissima frequenza, soprattutto in chi ha una disabilita' intellettiva".
- Quante persone incorrono in questa problematica? "Sono molti gli interventi inadeguati, fra persone non trattate o trattate inadeguatamente siamo all'85-90% dei casi. Alcune ricerche scientifiche basate su dei dati, per ora preliminari, dicono che fino all'80% delle persone con autismo riceve durante la vita almeno un tranquillante maggiore (il cosiddetto neurolettico). E' come usare una cannonata per un moscerino".
CREA ha deciso di dedicare un settore specifico alla disabilita' intellettiva, avendo anche dei servizi riabilitativi e residenziali per le persone con autismo o altri disturbi del neurosviuluppo. In questo ambito Bertelli ha promosso un progetto di ricerca "sulla messa a punto di una batteria di strumenti per la psicodiagnosi specifica nelle persone con autismo, basata sul modo specifico con cui manifestano i vari disturbi psichiatrici".
Una batteria di strumenti per provare a fare "una prima valutazione epidemiologica, con criteri adeguati, sulla prevalenza di disturbi psichiatrici nell'autismo e quindi- sottolinea lo studioso- poter dire ai referenti per la programmazione delle politiche sanitarie quanto e' grande questo problema e quanto e' importante cominciare a sviluppare risorse adeguate per gestirlo".
Non si tratta solo di uno strumento di screening per "capire se c'e' un disturbo psichiatrico e in quale ambito- chiosa il direttore- ma si vuole arrivare a fare diagnosi piu' raffinate, indicando in quale ambito della psicopatologia la persona con autismo puo' avere difficolta': ansia, depressione, bipolarita', disturbi correlati all'uso di sostanze? Tale lavoro ci permette di ridisegnare i criteri diagnostici in modo specifico per questa popolazione". Il progetto di ricerca presentato oggi dal direttore scientifico del CREA fara' parte dei progetti che saranno finanziati nell'ambito della campagna di raccolta fondi #sfidAutismo17. Il campione di studio sara' composto da bambini e adulti con autismo: "Prevediamo di poter seguire circa 500-600 persone, ma potrebbe essere esteso a 1.000-1.500 soggetti in base alla disponibilita' delle varie associazioni di partecipare", aggiunge Berteli.
Il suo obiettivo e' "curare il disturbo psichiatrico in aggiunta all'autismo, anche perche' non esistono farmaci per curarlo. La sindrome si tratta con interventi non farmacologici- fa sapere Bertelli-, ma spesso l'intervento sulle caratteristiche di base e' limitato dalla compresenza di disturbi psichiatrici non rilevati. I cosiddetti comportamenti problema, l'aggressivita', le crisi pantoclastiche, tutti sottesi da un disturbo psichiatrico non identificato".
- Cos'e' l'autismo? "L'autismo e' un disturbo del neurosviluppo che ha implicazioni sul funzionamento e sull'adattamento generale della persona- risponde lo psichiatra alla Dire- e riguarda le abilita' relazionali, la gamma di interessi e di attivita' e la rigidita' con cui ci il soggetto si riferisce al mondo esterno". A livello epidemiologico si e' verificato "un incremento difficile da spiegare, passando dalla prevalenza della sindrome da una percentuale dello 0,6 per mille nel 1940 a una prevalenza attuale del 2,6 per cento in base agli ultimi studi americani".
Il medico si occupa della diagnosi di disturbi psichiatrici in persone con disturbi dello spettro autistico: "Si tratta di un settore negletto a causa della tendenza diffusa di attribuire alla condizione di base tutte le alterazioni comportamentali osservabili, o tutte le espressioni di sofferenza psichica". Questo, "associato a una ristrettezza sulle nostre conoscenze relative alla vulnerabilita delle persone con disturbi dello spettro autistico, non favorisce la vocazione a far crescere i servizi. Mancano infatti unita specifiche per questo settore e rischiamo di sottostimare la prevalenza dei disturbi psichiatrici di queste persone. Dobbiamo sviluppare strumenti- conclude Bertelli- quali la formazione e la strutturazione dei nostri servizi di salute mentale".
Qui e' possibile vedere il video della Dire (Wel/ Dire)