(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 20 set. - "Non dobbiamo scoraggiarci ma, di certo, la lunga teoria di criticita', tra l'altro largamente prevedibili, messe in fila quest'oggi dal commissario unico per il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari, Franco Corleone, non e' affatto rassicurante. Le Rems in Italia rischiano di trasformarsi in una soluzione per pochi, garantendo l'alibi a chi dovrebbe ammettere che lo spirito della legge per il superamento degli Opg non ha e non avra' le risorse necessarie per una sua piena realizzazione. A maggior ragione, il tentativo del Pd di limitare la tipologia di utenti delle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, senza occuparsi concretamente del grande numero di soggetti che, pur essendo malati, verranno esclusi, e' il segno della cattiva coscienza di chi dovrebbe ammettere che la partita e' molto piu' vasta e complessa e che sulla salute mentale in carcere non ha ancora investito abbastanza". Maria Mussini, vicepresidente del gruppo Misto, commenta cosi' la richiesta del Pd di correggere l'art.12 del ddl penale in cui, nell'agosto scorso, proprio con un emendamento a sua firma, la commissione Giustizia aveva incluso una disciplina di accesso alle Rems subordinata al buon funzionamento delle sezioni per la cura della salute mentale, "previste per legge ma disastrosamente inadeguate".
"Quanti sono gli istituti penitenziari in cui si registra un reale funzionamento delle sezioni psichiatriche: e' questa la questione tuttora irrisolta- incalza Mussini- ed e' proprio su tale nodo che insistevano le mie modifiche. Emendamenti che hanno, evidentemente, messo il dito nella piaga provocando prima un vespaio di polemiche e ora questa alzata di scudi della maggioranza che, con la nuova riformulazione, vuole rispedire i casi piu' problematici in carcere. Mi chiedo a questo punto a cosa sia servito chiudere gli Opg".
Secondo la senatrice si tratta di "un'implicita ammissione di colpa da parte di un Pd che ora, consapevole della necessita' di mettere risorse vere e controllare la corretta destinazione, riduce a un problema di logistica la tanto sbandierata preoccupazione per le condizioni dei malati di mente ristretti in luoghi di pena, a qualsiasi titolo. Questo era il proclama- conclude- se ne assuma ora la responsabilita', senza cavilli e bizantinismi, altrimenti la conseguenza sara' il peggioramento della situazione degli istituti penitenziari ancora una volta nel silenzio".
(Wel/ Dire)