Orlandi (IdO): Nei bambini con disturbi, centrali gli aspetti viso percettivi
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 25 ott. - "È importante riuscire ad individuare cos'e' la visione nel processo di elaborazione delle nostre informazioni per capire come interpretare la funzione visiva in un progetto diagnostico. Se non sappiamo come vede il nostro paziente rischiamo di non sviluppare correttamente il successivo passo della riabilitazione". Lo dice Marco Orlandi, psicologo optometrista dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), al XVII convegno nazionale.
La visione e' "cio' che mandano gli occhi e non e' la realta'. E una costruzione del nostro processo percettivo- continua Orlandi- e' appunto un processo di elaborazione che si basa su input visivi e di movimento per capire come siamo collocati nell'ambiente. Questa funzione si acquisisce attraverso un processo di maturazione. I disturbi viso percettivi incidono allora sui vari aspetti del comportamento dell'individuo e nei bambini con disturbi vari- spiega l'optometrista- gli aspetti viso percettivi diventano centrali perche' vanno ad interferire con le funzioni che devono essere studiate. Quindi un disturbo di attenzione o di apprendimento puo' essere reso piu' complesso, o piu' difficile da analizzare, da valutare e risolvere se ci sono in parallelo dei problemi viso percettivi che si sovrappongono".
Per altre situazioni "il problema viso percettivo puo' essere la causa di un disturbo per esempio di comportamento o di attenzione, essendo legato ad esempio ad una difficolta' di mantenere stabile lo sguardo, di mantenere la focalizzazione su un punto o di eseguire in maniera corretta una esplorazione visiva. Dire pero' che un disturbo viso percettivo sia una causa in tutte le situazioni non e' corretto- afferma Orlandi-, ma certamente influenza tutti questi aspetti clinici e deve essere conosciuto. Non conoscere le funzioni visive di un paziente ci rende limitati nell'approccio diagnostico e riabilitativo".
Un bambino puo' essere confuso per iperattivo quando ha un problema di altra natura? "Certamente, se il clinico che effettua la diagnosi non sa che alcuni comportamenti di esplorazione visiva possono essere dovuti a un problema di tipo viso-percettivo. Chi conosce questo problema- conclude Orlandi- sa almeno accendere il campanello di allarme e indirizzare allo specifico clinico un approfondimento dell'analisi di queste funzioni".
(Wel/ Dire)