(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 18 ott. - Come in ogni club che si rispetti, per diventarne socio bisogna avere certe caratteristiche e rispettare alcune regole. Ma nei club Itaca la maggior parte dei soci sono un po' particolari: hanno problemi di salute mentale. In questi club ciascuno deve assumersi un compito, portarlo avanti in autonomia e responsabilita': segreteria, cucina, giardinaggio, piccola amministrazione, sono tante le cose da fare. E poi tutti devono curare le relazioni con gli altri soci. E' vietato isolarsi. Non c'e' differenza tra staff e malati: sono tutti soci alla pari. In Italia i club Itaca sono sei, fondati dall'omonima Fondazione che ha anche altri progetti a favore delle persone con problemi di salute mentale.
"L'idea dei club nasce negli Stati Uniti -racconta Francesco Baglioni, direttore della Fondazione- grazie all'iniziativa di alcuni senza dimora che facevano parte di un gruppo di auto mutuo aiuto. Oggi ci sono nel mondo 330 club. Noi abbiamo portato in Italia il progetto perche' ha il pregio di poter rendere autonomi i malati psichici, li fa sentire appartenenti a un gruppo dentro al quale hanno un compito". Molti dei soci dei club Itaca hanno diagnosi di gravi malattie mentali, come schizofrenia o disturbi bipolari. "Il requisito fondamentale per diventare soci e' che si stia gia' seguendo un percorso di cura - aggiunge Baglioni -. Il Club e' il luogo che permette a queste persone di uscire dall'isolamento, di darsi da fare. Se anche si curano ma rimangono sole in casa non migliorano. E' fondamentale che abbiano una vita sociale".
I Club Itaca sono diventati anche spazi di coworking per i soci. "Abbiamo stretto accordi con alcuni grandi aziende - spiega Francesco Baglioni -. E grazie al lavoro a distanza, i nostri soci possono avere un impiego in un ambiente protetto. Ogni jobstation rispecchia le caratteristiche di un qualsiasi ufficio, ma i soci sono affiancati dai tutor. Devono comunque rispettare scadenze e consegne".
(Wel/ Dire)