Utero in affitto, fronte bipartisan Senato: pratica disumana
Limite insormontabile legge 40 non lo e' piu', deve tornare a esserlo
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 11 ott. - Un vero e proprio grido nella sala Nassirya del Senato, "chi puo' ignorare quanto sia crudele strappare un neonato dalla sua mamma, chi puo' approvare che si possa comprare un bambino e privarlo della sua madre, non possiamo essere indifferenti perche' saremmo corresponsabili", quindi "stop utero in affitto in Italia e nel mondo". A formulare la vibrante denuncia Antonio Brandi, presidente di Pro Vita Onlus, in apertura della conferenza stampa che presenta un'iniziativa bipartisan per riaprire il dibattito sull'utero in affitto e la maternita' surrogata. Presenti con Brandi, infatti, Maria Rizzotti, senatrice Forza Italia, Laura Bianconi, collega del gruppo Ap (Ncd-Udc), e Donella Mattesini, senatrice Pd. Schieramenti e provenienze diverse, come diversi sono gli accenti tra le senatrici, ad esempio nel caso di gratuita' o volontarieta' 'altruistica' della pratica, ma comune l'impegno delle tre senatrici a riaprire il dibattito su un tema complesso e difficile, che oggi vive di 'espedienti' (come il recarsi all'estero dove la pratica e' accettata).
"Bene l'impegno bipartisan contro una pratica disumana", dice Brandi di Provita, perche' "il commercio di gameti riduce la gravidanza a pratica commerciale e il bambino in merce da acqusitare". Pratica vietata in Italia dalla Legge 40, ma aggirata recandosi in Paesi che la consentono. E infatti, e' la denuncia di Brandi, "il nostro Paese e' un mercato in crescita per le agenzie" che offrono la pratica.
Ecco allora la decisione di intervenire sul tema, perche' "ci siamo accorti che la pratica dell'utero in affitto e' piu' diffusa di quanto credessimo", avverte Rizzotti, "in Italia sappiamo che e' vietata dalla Legge 40 del 2004 che lo dice in modo chiaro, ma dobbiamo parlare delle sentenze della Magistratura, sappiamo che si e' pronunciata una sezione della Cassazione, con i nostri magistrati prendono atto che in altri Paesi non e' reato".
Quindi, prosegue Maria Rizzotti, senatrice Forza Italia, "chiediamo un preciso impegno affinche' il Governo si faccia valere in tutte le sedi internazionali per la messa al bando internazionale dell'utero in affitto".
Cio' detto, "affrontando un tema non semplice, ma molto complesso e delicato, da discutere bene", infatti "nel 2004 credevamo di aver posto un argine importante a questa aberrazione", e "non mi sarei mai aspettato che in pochissimo tempo" la Legge 40 "la Magistratura ce l'avesse fatta a pezzettini", lamenta Laura Bianconi, senatrice Ap (Ncd-Udc), facendo "rientrare dalla finestra quello che noi come legislatori volevano tenere fuori dalla porta" con "addirittura interpretazioni".- Pero', cio' detto, alla fine e' venuto fuori che "i cavilli giuridici sono stati piu' potenti della volonta' dei legislatori italiani per cui quello che e' possibile all'estero ha udienza e possibilita' di rientrare in casa nostra".
E allora, anche se scagliandosi contro questa "ipocrisia a livello mondiale" significa "andare contro a delle lobby potentissime" la "prima cosa e' tornare a parlare in Parlamento con tutte le forze e con tutte le differenze", auspica Bianconi, "stimolando la nostra agenda politica europea e mondiale", arrivando a "elaborare insieme una nuova legislazione perche' a livello giuridico dobbiamo ripensare quella norma che ci sembrava insormontabile perche' torni ad esserlo".
Le senatrici rappresentano "tre sensibilita' diverse che pero' possono fare la differenza, perche' quando le donne prendono in mano una tematica sono in grado di trovare una sintesi giusta", dice Laura Bianconi, senatrice Ap (Ncd-Udc). E infatti la collega Donella Mattesini, del Pd, riporta l'attenzione sulle circostanze nelle quali la pratica della maternita' surrogata venga incontro a situazioni drmammatiche, come quella delle donne malate di cancro che vogliano essere madri. "Penso che per combattere il fenomeno terribile della maternita' surrogata a scopo di lucro, vietata in Italia, uno dei modi sia eliminare il brodo di coltura in cui essa cresce", dice Mattesini, "e uno dei modi sia mettere al centro del dibattito e dell'azione istituzionale i temi della genitorialita', in questo caso della sterilita' e dell'infertilita', dei diritti dell'infanzia e del rispetto del corpo della donna".
Pero' "la questione e' molto complessa" e si deve "affrontare", perche' tenuto conto, ad esempio, che "con l'adozione passano anni e' un dovere mettere mano alle leggi" che la regolano, dice Mattesini. Quindi, "anche se non ho un'idea precisa", si dovra' pure tener conto del fatto che "se la gestazione e' a titolo gratuito, penso che dovremmo provare a ragionarci", ma "no alla maternita' surrogata a scopo di lucro", conclude la democratica, il tutto "in uno stato laico" e con "un confronto vero", nella "liberta' e nel rispetto dei diritti della donna e dei bambini".
(Wel/Dire)
|