Castelbianco: È d'obbligo una riflessione. È una situazione sociale e non virale
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 11 ott. - A Parma si e' svolta la rassegna annuale sulla salute mentale. "Un lavoro estremamente utile e interessante che consente di vedere e conoscere in una citta' particolarmente progredita, e con un servizio sanitario efficiente, cosa accade nella popolazione. I dati emersi dal lavoro sono abbastanza preoccupanti perche', parlando dell'eta' evolutiva, e' stato registrato un aumento di circa 400 unita' l'anno rispetto ad una densita' demografica costante: nel 2012 erano 4.200 i bambini seguiti, nel 2015 sono diventati 5.400. Ci sono degli aspetti pero' che meritano una maggiore attenzione, poiche' se e' comprensibile che le difficolta' dei minori dai 6 ai 10 anni emergano piu' facilmente con l'ingresso a scuola, non e' altrettanto scontato che un aumento egualmente significativo di disturbi si sia manifestato nei bambini dai 3 ai 5 anni". E' questo l'interrogativo che si pone Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva, commentando i dati divulgati dell'AUSL di Parma.
"Le difficolta' sono riscontrate piu' nei maschi che nelle femmine- continua lo psicoterapeuta- e fanno riferimento principalmente a due tipologie di disturbi della condotta: quelli inseriti nei disturbi ipercinetici e quelli afferenti alla sfera emozionale. In aggiunta sono aumentati anche i disturbi dell'apprendimento e del linguaggio. Questo riscontro di minori con difficolta' crescente nel tempo, in un contesto come quello di Parma dove c'e' una reale attenzione e un forte accudimento verso l'infanzia, deve farci riflettere sull'idoneita' delle valutazioni che gli adulti fanno rispetto alle situazioni dei bambini". Per esempio, "se avessimo un aumento dei disturbi dell'udito potremmo risalire alla meningite come causa, o ad altro ancora, per giustificare l'aumento dei bambini con perdita uditiva. Invece in questo caso riscontriamo una tipologia di disturbi, come quelli del comportamento e delle prestazioni, dove non c'e' una causa biologica o sensoriale, eppure l'aumento e' costante. I bambini per motivazioni diverse stanno male e noi abbiamo scelto di diagnosticarli e aiutarli come si fa in America: negli Stati Uniti non esiste il sistema sanitario e per essere coperti dalle assicurazioni occorre avere una diagnosi.
Nel nostro contesto, seppur diverso, stiamo andando avanti allo stesso modo: piu' diagnosi ci sono e piu' bambini vengono aiutati, ma non e' certo che presentino realmente quel problema, specie se si tratti di disturbi del comportamento. Dovremmo chiederci se non sia la societa', che stiamo costruendo e portando avanti, a produrre delle reazioni nei bambini che si manifestano poi in disturbi del linguaggio, dell'apprendimento e del comportamento. Questa dovrebbe essere una delle riflessioni principali- conclude Castelbianco- perche' non e' possibile pensare che vi sia una forma contagiosa di trasmissione dei disturbi dell'apprendimento e del comportamento".
(Wel/ Dire)