(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 4 ott. - È stata pubblicata su Nature Communications una ricerca dell'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) e Dipartimento di neuroscienze, psicologia, area del farmaco e salute del bambino dell'Universita' di Firenze. La ricerca ha evidenziato che il nostro cervello riconosce in automatico la numerosita', cosi' come riconosce i colori e le forme. Le valutazioni della numerosita' di una scolaresca, dei cioccolatini dentro una scatola, delle foglie rimaste su un albero sono compiti che di tanto in tanto nella vita risvegliano dentro di noi il senso del numero, che pero', in realta', e' sempre pronto all'azione, a scattare in modo automatico.
"Abbiamo mostrato ad alcuni soggetti delle schermate che contenevano tre nuvole di punti- spiega Guido Marco Cicchini, ricercatore dell'In-Cnr- Due delle nuvole erano identiche tra di loro, una terza era diversa e i soggetti dovevano individuarla. Le diversita' potevano essere colte nella grandezza della nuvola, nella distanza tra i punti oppure nel numero dei punti. Abbiamo cosi' rilevato che la caratteristica piu' importante che porta i soggetti a stabilire la diversita' e' proprio la numerosita'.
Questo indica che il cervello possiede alcune categorie numeriche che si attivano in automatico quando ci si trova davanti a moltitudini di oggetti che costituiscono un aspetto primario di come guardiamo il mondo che ci circonda". Lo studio e' stato eseguito su una decina di soggetti sani sottoposti a circa 500 presentazioni ciascuno. Lo studio dei ricercatori di Cnr ed Universita' di Firenze ha dimostrato pero' che i giudizi di area e di affollamento, spesso, sono poco affidabili e inadatti a fornire una stima numerica precisa.
"Sebbene la numerosita' emerga come una caratteristica primaria ed automatica, non sempre essa e' corretta. Circa il 4% della popolazione, infatti, e' affetto da discalculia, un disturbo che impedisce sia i giudizi percettivi sia le operazioni matematiche", prosegue Cicchini. "Raffinare la comprensione per i numeri, servira' anche a progettare esercizi piu' mirati per allenare le capacita' matematiche", conclude David Burr, professore all'Universita' di Firenze. Una prospettiva questa, che potrebbe portare a ridurre l'attuale diffusa avversita' per la scienza dei numeri. Cosi' in un comunicato il Cnr.
(Wel/ Dire)