(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 4 ott. - Puntare sull'empowerment delle persone tossicodipendenti attraverso la montagnaterapia o prepararli al futuro attraverso la formazione professionale di futuri panettieri o pizzaioli. Sono queste alcune delle attivita' con cui Dianova Italia, associazione Onlus che sviluppa programmi innovativi negli ambiti della prevenzione e del trattamento delle tossicodipendenze, affronta il cambiamento nel mondo delle dipendenze in Italia. A raccontare le sfide che dovranno affrontare le comunita' terapeutiche in futuro e' Pierangelo Puppo, presidente di Dianova Italia, che a margine del XVI Simposio Ewodor dal titolo "Il modello di Comunita' terapeutica come strumento di empowerment" organizzato a Roma da Dianova Italia, Dianova International e dall'Universita' di Ghent, Belgio.
"Le sfide per le comunita' terapeutiche sono i cambiamenti che avvengono con una velocita' incredibile e che ti impongono una certa flessibilita' nel pensiero, nel lavoro, in quello che fai tutti i giorni - spiega Puppo -. Sono cambiamenti cosi' rapidi che se continui a mantenere le posizioni che potevano essere coerenti e valide alcuni anni fa, oggi rischi di non cogliere il problema per quello che realmente e'. Credo che la sfida piu' grossa la stiamo vivendo".
Per Puppo, le comunita' terapeutiche negli anni hanno vissuto profondi cambiamenti ed oggi assomigliano poco a quello che erano. "Una volta c'erano solo eroinomani e cocainomani - spiega -, invece oggi vediamo una moltitudine di sostanze". Tuttavia bisogna adattarsi non solo alle nuove sostanze, a cambiare sono anche le generazioni. "Bisogna tenere conto che c'e' un problema di dipendenza tra i giovani che sfugge al servizio pubblico e alle strutture private, giovani difficili da agganciare, ma c'e' anche una parte importante di persone che pian piano sono invecchiate, che oggi hanno piu' di 50 anni e che nonostante tutto continuano ad essere in questo circuito. Anche loro devono essere accolti in comunita'. Al contrario di quanto accadeva negli anni 80, oggi c'e' una disomogeneita' nell'eta' delle persone e trovi strutture dove ci sono ragazzi di 20 anni e persone di 55 o 60 anni e devi riuscire a cercar di far svolgere un programma sia ai piu' giovani, che a chi ha piu' anni". Per questo, secondo Puppo, e' diventato "centrale nei programmi il progetto educativo personalizzato". Ed e' quello che, con le cinque comunita' residenziali per adulti e un "gruppo appartamento" per minori provenienti sia dal circuito penale, sia minori stranieri non accompagnati, Dianova cerca di fare.
Le radici dell'associazione sono da cercare in una organizzazione nata in Francia nel 1974, Le Patriarche. In Italia arriva nel 1984. Oggi e' un'associazione Onlus giuridicamente riconosciuta che sviluppa programmi innovativi negli ambiti della prevenzione e del trattamento delle tossicodipendenze, dell'educazione, della gioventu' e nelle aree di sviluppo socio-comunitario. Con Dianova International e' presente in 11 paesi del mondo ed e' membro ufficiale dell'Unesco. Oggi le sue strutture per adulti sono in Lombardia (2), una nelle Marche, una a Palombara Sabina nel Lazio e una in Sardegna, in provincia di Cagliari. Sono 167 i posti accreditati nelle rispettive regioni e 10 posti nella struttura per minori, mentre ci sono 120 collaboratori tra educatori professionali, psicologi, psichiatri, operatori sociosanitari e di comunita'.
Una delle attivita' piu' interessanti e' quella della "montagnaterapia". Un'esperienza nata dalla volonta' di alcuni operatori appassionati di montagna e dalla partnership del Centro alpino italiano. "La montagna e' una metafora - racconta Puppo -, iniziare ad arrampicarsi, salire e arrivare in cima e' come iniziare il programma e raggiungere l'obiettivo dell'autonomia. Queste attivita' ti permettono la socializzazione con altre persone, di saper controllare le emozioni e i gesti perche' la montagna ha le sue regole. Piccole metafore che riportano la persona a quello che e' il suo problema". L'attivita' dura ormai da quattro anni per la comunita' di Garbagnate e si sta diffondendo anche nelle altre strutture, ma uno dei problemi su cui Dianova sta lavorando molto e' anche il problema del reinserimento lavorativo. "Oggi se vogliamo essere realisti reinserire le persone trovando un lavoro e' difficilissimo - racconta Puppo -. Dire il contrario significa non dire la verita'. Siamo i primi ad essere in difficolta'. Per questo stiamo pensando di dare una formazione professionale nel momento in cui fanno il programma". Con le risorse raccolte quest'anno durante la maratona di Milano, aggiunge Puppo, partira' una nuova iniziativa. "Abbiamo raccolto dei fondi per dotare tutte le strutture di un forno professionale - racconta -. Analizzando i bisogni nel nostro paese, parlando di mestieri, abbiamo visto che quelli della panificazione, il pizzaiolo o il pasticcere sono molto ricercati. Per questo in tutte le strutture stiamo organizzando corsi professionali con rilascio di diploma".
A preoccupare, pero', non e' solo il cambiamento e il futuro. Anche in questo caso pesa la latitanza della politica sul tema delle dipendenze. Per Puppo manca un "indirizzo" e una "prospettiva". "Sembra che non ci sia un reale interesse al problema - spiega -. Sono tanti anni che le dipendenze sono l'ultima ruota del carro e il rischio e' che si banalizzi, salvo poi trovarsi con migliaia di ragazzi coinvolti nel problema. Ci rendiamo conto che ci sono sempre piu' persone dipendenti, anche senza sostanze, e di fronte ad un aumento crescente di dipendenze patologiche, c'e' un'assenza quasi totale della politica".
(Wel/ Dire)