(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 29 nov. - Spesso i soggetti affetti da anoressia, bulimia, obesita' e alimentazione incontrollata "parlano di un corpo estraneo, distante, nemico e hanno sempre l'impressione che non appartenga a loro, continuano a pensare di 'non essere come dovrebbero'", scrive il Centro di Psicoterapia e Formazione per la Cura dell'Anoressia, Bulimia, Obesita' e Alimentazione incontrollata.
I Dca (disturbi del comportamento alimentare) sono patologie in continuo aumento, legate al benessere e alla occidentalizzazione, e ad affrontarle in Italia e' anche il Policlinico Gemelli di Roma.
"Una ragazza su 250 soffre di anoressia ed da una a tre su 100 soffre di bulimia. Riguardano le ragazze nella fascia di eta' 15-25 anni ma sono in aumento anche nei ragazzi e nelle donne oltre i 50 anni. Sono una malattia psichiatrica con importanti conseguenze organiche; la malattia psichiatrica con la maggior mortalita' e la prima causa di morte per malattia (dopo gli incidenti) nella fascia di eta' 15-25 anni. A soffrirne sono soprattutto le donne- fa sapere il Policlinico Gemelli- ma gli uomini interessati sono in netto aumento (10% dei malati). L'eta' piu' a rischio e' quella che va dai 15 ai 25 anni, ma sono in aumento anche i casi che interessano la popolazione adulta". CAUSE, EFFETTI E COMPLICANZE DELL'ANORESSIA - "Importanti difficolta' familiari, eventi stressanti e pressioni esterne sono tra i fattori causali piu' frequentemente riferiti dalle pazienti. Perdita di peso per una qualche causa, e soprattutto l'essersi messe a dieta sono gli antecedenti piu' immediati della malattia. Le persone coinvolte, oltre al dimagrimento, possono riportare anche la perdita dei capelli e, con il tempo, dei denti. Sono frequenti anche disfunzioni cardiovascolari e renali; nelle donne molto spesso provoca il blocco del ciclo mestruale, sino all'infertilita'. Tra le complicanze endocrine c'e' la amenorrea (che spesso ma non sempre, regredisce con il recupero del peso), l'osteoporosi (che frequentemente lascia conseguenze irreversibili) e la riduzione della funzionalita' tiroidea. Tutti gli organi soffrono ma il danno cardiaco e' il piu' preoccupante potendo portare la paziente a morte. L'approccio terapeutico deve essere multidisciplinare e deve comprendere almeno lo psichiatra-psicoterapeuta e l'endocrinologo-nutrizionista in modo da realizzare la cura della malattia (che richiede un tempo in genere lungo) senza trascurare la prevenzione dei danni organici e il pronto riconoscimento di criticita' fisiche che richiedono il ricorso ad un ricovero salva-vita", spiega Silvia della Casa, specialista in Endocrinologia e in Pediatria, responsabile dell'ambulatorio di "Endocrinologia dell'alimentazione" del Policlinico Gemelli, Roma.
LA METAFORA DEL BASTONE - Classicamente le adolescenti che oggi si ammalano di anoressia o di un altro disturbo del comportamento alimentare trovano inizialmente nella malattia una soluzione di cura autonoma al forte senso di inadeguatezza e insicurezza che le fa sentire incapaci di affrontare le conflittualita', le difficolta' ed i compiti evolutivi dell'eta' adolescenziale. "Una delle metafore che uso spesso per far comprendere alle persone che seguo cosa sta accadendo- spiega Marta Scoppetta, medico psichiatra e psicoterapeuta Junghiana Aipa, consulente psichiatra nel Percorso obesita' del Policlinico Gemelli, Roma- e' quella del bastone (Palliccia D, 2013). Propongo loro di guardare il sintomo alimentare come una sorta di bastone che la persona incapace di andare avanti con le proprie gambe lungo la propria strada, ha utilizzato per appoggiarsi. La restrizione alimentare, la concentrazione sulla dieta, insieme a tutto l'insieme di sintomi psichici che caratterizzano queste sintomatologie, costituiscono una sorta di stampella a cui ci si appoggia. Il sintomo alimentare, come un bastone, diventa pertanto il mezzo che permette loro di affrontare comunque, seppure in una maniera patologica, quel momento della vita in una sorta di equilibrio malato che e' comunque per lui-lei temporaneamente preferibile al non equilibrio precedente e fa sentire almeno all'inizio molto piu' sicuri".
L'IMPORTANZA DI UN INTERVENTO MULTIDISCIPLINARE - Disturbo dell'immagine corporea, fragilita' dell'autostima e scissione della relazione mente-corpo costituiscono i nuclei psicopatologici principali dei disturbi del comportamento alimentare. Per questo il trattamento deve essere necessariamente integrato, multidisciplinare e multimodale. Deve comprendere ovvero cure psicoterapiche, spesso allargate ai familiari e cure mediche e nutrizionali e declinarsi, a seconda delle diverse fasi e gravita' della malattia in setting terapeutici diversi (ambulatorio, day hospital, reparto ospedaliero, comunita' riabilitative) che faranno uso di strumenti terapeutici appartenenti a diversi modelli teorici di riferimento.
(Wel/ Dire)