Valitutti (IdO): I genitori dei bambini autistici imparano a comunicare
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 29 nov. - "La prima cosa che si fa con la diversita' e' allontanarla. Se non riusciamo ad accettare la presenza di valori confliggenti dentro di noi, non riusciremo mai ad accettare il diverso negli altri". Cosa succede pero' se l'estraneo e il diverso sono in 'mio' figlio? "Il primo sentimento vissuto da un genitore che, ad esempio, riceve una diagnosi di autismo del figlio e' 'Cosa abbiamo fatto? Dove abbiamo sbagliato?'", racconta alla DIRE Carlo Valitutti, psichiatra dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), che da anni lavora per aiutare i padri dei bambini autistici.
"Molti genitori si sottopongono ad un esame genetico- continua il medico- e spesso scoprono di avere un'alterazione di un cromosoma. Allora pensano 'Sono io ad avergli trasmesso questa cosa'. Non e' cosi'- sottolinea lo psichiatra-, non esiste alcuna certezza assoluta. Io lavoro con i genitori perche', a prescindere dalla diagnosi che piomba come una sentenza, devono imparare a credere nella possibilita' che si possa sempre fare qualcosa".
I genitori di bambini con autismo "hanno una difficolta' a comunicare, vivono la sensazione di estraneita' del bambino e sentono che c'e' una diversita' che non riescono a gestire.
Sviluppano sensi di colpa, fantasie di responsabilizzazione e non c'e' mai una sintonia perfetta tra il padre e la madre. C'e' sempre qualcuno che si preoccupa di piu'-spiega Valitutti- e di solito e' la mamma (ma non sempre), l'altro tende a negare o a rimuovere".
L'esponente dell'IdO evidenza la scarsa conoscenza che la gente ha della sindrome. "Un padre mi ha raccontato che, avendo saputo che si trattava di autismo, ha chiesto se sua figlia sarebbe sopravvissuta. Come se si trattasse di una malattia fisica, genetica o cardiocircolatoria. La via crucis delle visite e' dolorosa ed e' difficile da accettare, ma i genitori devono rendersi conto che questa diversita' non e' un impedimento assoluto. La cosa piu' difficile e' comprendere come comunicare con i figli. Se ci si sente zavorrati dalla diagnosi la situazione peggiora. Un altro modo di comunicare, che non sia solo quello verbale, esiste: c'e' la comunicazione emotiva, interpersonale e degli stati d'animo".
Quando i genitori "vedono che il loro figlio non fa quello che fanno tutti gli altri bambini, temono per il suo futuro. È un tema molto doloroso e caldo- fa sapere lo psichiatra-, su cui si lavora anni per capire come affrontarlo. Le madri e i padri dei bambini con sindrome dello spettro autistico hanno difficolta' ad accettare la diversita' e a non farla pesare. Si sforzano di parlare con i genitori degli altri bambini, con i professori, con la scuola per lavorare su un'accoglienza che non sia rifiuto. Mi riferisco ai tanti casi di cronaca di bambini autistici lasciati soli in classe. Vedo genitori che non sanno cosa dire quando gli altri bambini chiedono loro 'Cosa ha tuo figlio?', o se gli altri genitori domandano 'Come dobbiamo comportarci per...?. Un bambino che apparentemente sembra non pensare, o pensare solo al suo mondo interno, crea una sensazione di allontanamento e di distanza. Se riuscissimo a stargli vicino, e non per soddisfare delle richieste prestazionali ma per cercare di capire le sue esigenze e paure, allora piano piano sarebbe possibile trovare altre modalita' di contatto, anche gestuali. I genitori non devono avere paura, non devono arrendersi e impareranno a conoscere e ad accettare la diversita'. Un padre una volta mi ha detto: 'Ho imparato da mio figlio a comunicare meglio col mondo e non solo con lui'".
Il problema e' soprattutto degli adulti, secondo Valitutti: "I bambini tra di loro si integrano, si incuriosiscono, si riescono a stimolare se alla base hanno ricevuto un'educazione alla tolleranza e al riconoscimento della diversita'. Con i genitori bisogna lavorare sull'apertura, sulla presa di conoscenza di se', sulla fiducia nelle proprie emozioni e sul sentire aldila' del fare. Imparare a leggersi dentro li aiuta ad immedesimarsi empaticamente con un figlio che esprime le cose in un altro modo. Certamente bisogna parlare di piu' di questa sindrome perche' e' troppa l'ignoranza che l'accompagna- conclude lo psichiatra- la gente deve capire e non spaventarsi. La diversita' e' un valore". (Wel/ Dire)