Kyenge: Superare il regolamento di Dublino e offrire assistenza legale, psicologica e sanitaria
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 29 nov. - "Siamo un'Unione di 500 milioni di abitanti che di fronte all'arrivo di un milione di persone rifugiate va in crisi, non sappiamo dare risposte". Lo dice Ce'cile Kyenge, ex ministro dell'integrazione per il governo Letta e oggi eurodeputato per il Pd, interpellata dalla DIRE sulla questione degli immigrati in Europa e Italia.
"Quella che stiamo vivendo e' prima di tutto una crisi di solidarieta' tra i governi dei diversi stati membri che paralizza tutta l'Unione europea. L'unico modo per affrontarla e uscirne piu' forti- garantisce l'europarlamentare- e' colmare questo vuoto di solidarieta' fra gli Stati membri, e il banco di prova e' il superamento dell'attuale regolamento di Dublino che determina tutto il sistema di accoglienza dei rifugiati. Il regolamento ora vigente impone allo Stato membro di primo approdo di trattenere sul proprio suolo i richiedenti- spiega- impedendo la libera circolazione delle persone. Tutti gli Stati transfrontalieri (Italia, Grecia, Spagna, i Paesi dell'Est come l'Ungheria, che per assurdo sta reagendo in modo estremista) sono in difficolta', in particolare l'Italia, e questo accade perche' manca la solidarieta' e l'equa ripartizione delle responsabilita', principio peraltro previsto dai Trattati ma rimasto inattuato. Ho presentato una proposta alcuni mesi fa, votata ad altissima maggioranza al Parlamento europeo, sulla possibilita' di andare verso un sistema centralizzato che superi il concetto di Paese di primo approdo e dia corpo a una vera solidarieta' europea nell'accoglienza. La richiesta d'asilo secondo questa proposta- spiega Kyenge- andrebbe rivolta direttamente all'istituzione europea, rafforzando al contempo tutte le agenzie europee per il sostegno all'asilo e per il mutuo riconoscimento dello status di profugo. Ne deriverebbe- continua l'eurodeputato- un'equa ripartizione delle responsabilita', anche sul piano finanziario, che permetterebbe in seguito un'equa ripartizione delle persone sul territorio".
La Commissione europea "ha, di contro, presentato una proposta che purtroppo oggi ci vede in difficolta' come Parlamento e come Sistema Paese. Prevede ancora una volta di lasciare tutta la responsabilita' in seno al primo Paese che accoglie gli immigrati. Il blocco permane con tutte le difficolta'. Inoltre- fa sapere Kyenge- e' assurdo, come prevede la proposta della Commissione, considerare sproporzionato il flusso di richiedenti asilo quando il numero delle domande presentate sul territorio di uno Stato membro superi il 150% della sua quota di riferimento. Il paese oltre il 100% e' gia' in crisi- sottolinea l'eurodeputato- questo e' un meccanismo fallimentare prima ancora di partire. Per tale ragione, se la proposta non cambiera', non siamo disponibili a votarla. Ci batteremo perche' cambi. Infine, ribadiamo la richiesta, come Parlamento, di dar corso alla prevista ricollocazione dei 160 mila richiedenti la protezione internazionale all'Italia e alla Grecia, ma attualmente siamo ancora al 5-6%".
Le persone non scappano per nulla, le ragioni sono profonde: "Guerre, conflitti, terrorismo, poverta', cambiamento climatico, dittature, e arrivano da noi privi di tutto. Ci sono i migranti appena arrivati e quelli invece presenti da diverso tempo che richiedono un altro tipo di approccio per l'integrazione.
Dobbiamo certamente sciogliere i punti irrisolti dell'accoglienza, per favorire una precoce integrazione fin dalla primissima fase", commenta l'ex ministro. "Il procedimento prevede il passaggio dai punti di prima accoglienza, dopo l'arrivo, agli hub regionali e poi la distribuzione per l'accoglienza sul territorio, nelle comunita' locali, che avviene in luoghi straordinari o all'interno del sistema ordinario dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Dobbiamo limitare progressivamente la straordinarieta'- afferma Kyenge- e dobbiamo favorire al massimo grado l'accoglienza per piccoli e piccolissimi gruppi. Cio' garantisce l'integrazione e rende sostenibile l'accoglienza per ogni comunita' locale, chiamando tutti a fare la propria parte per un'integrazione diffusa nel territorio, che coinvolga tutte le autorita' e le risorse locali e non lasci mai soli i sindaci".
Dopo la recente "nuova intesa Governo-Enti Locali a livello nazionale, che va finalmente nella direzione da me proposta, occorrerebbe adesso adottare dei patti, dei protocolli, territorio per territorio tra Prefetto e sindaci di tutti i comuni. Questi 'patti' permetterebbero di pianificare, senza sprecare nemmeno un euro, e di mettere a valore tutte le risorse, anche volontarie, verso l'accoglienza e l'integrazione. Dobbiamo cioe' andare verso un'accoglienza strutturata a 360 gradi, che garantisca anche l'assistenza legale, psicologica e sanitaria.
Sono un bene per la persona accolta ma anche per la comunita' che accoglie, perche' assicurare questi diritti favorisce una precoce integrazione".
Un ultimo commento Kyenge lo da' sull'elezione di Trump: "Ci deve interessare direttamente, soprattutto se pensiamo che negli Stati Uniti si e' riaccesa da tempo la questione razziale.
L'Europa deve attrezzarsi perche' il populismo cresce sfruttando la debolezza di risposte politiche adeguate alle preoccupazioni delle persone per il futuro, giocando con cinismo sulla strumentalizzazione delle difficolta' dello stato sociale, sulla crisi migratoria e sulle paure delle persone. Le destre xenofobe cavalcheranno ancora di piu' il fenomeno migratorio e la crisi dei rifugiati, che nulla ha a che vedere con il disagio sociale. Oggi serve una maggiore responsabilita' e solidarieta' tra gli Stati membri. Ricordo che a marzo celebreremo il 60esimo anniversario dei Trattati di Roma. Trattati che hanno gettato le fondamenta del processo di integrazione europea- conclude- un cammino che deve proseguire per andare verso una piena integrazione politica e culturale".
(Wel/ Dire)