Disturbi di apprendimento, ne soffre il 3% degli studenti veneti
Dislessia, disgrafia e altri disturbi riguardano 14.200 bambini e ragazzi
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 15 nov. - Il 3 per cento degli studenti tra gli 8 e i 19 anni in Veneto presenta disturbi specifici di apprendimento (Dsa), come dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Si tratta di 14.200 bambini e ragazzi su circa 506.600 (dati Ufficio Scolastico regionale, gennaio 2015). Ma ancora oggi la diagnosi e' tardiva e incerta e i tempi per il riconoscimento sono lunghi. Tutto questo ostacola il rendimento scolastico del bambino o del ragazzo affetto da Dsa, facendo crescere anche il disagio delle famiglie. Di questo si e' discusso nel corso del seminario "Ben-essere DSA", promosso dalla cooperativa sociale Squero di Venezia, in collaborazione con Legacoop Veneto e Studio Logopedico di Mestre.
E proprio dalla cooperazione veneziana arriva la proposta di contribuire a risolvere la cronica lentezza della diagnosi e del riconoscimento burocratico. Ad oggi, infatti, la certificazione e' rilasciata da un'equipe di professionisti dei servizi pubblici (delle Ulss) o di servizi privati accreditati dalla Regione che permette, dopo un iter diagnostico che dovrebbe durare al massimo sei mesi, di mettere in campo il prima possibile azioni didattiche e terapeutiche di intervento. Un iter lungo, che secondo Legacoop puo' essere abbreviato mettendo in campo proprio la cooperazione sociale: "Con l'obiettivo di accelerare l'iter, evitando i lunghi tempi di attesa delle Ulss rilevati da piu' parti, e di trovare un interlocutore che possa conoscere davvero il bambino o il ragazzo tramite un percorso strutturato, anche alcune realta' del settore privato e del privato sociale, compresa dunque la cooperazione, si candidano a prendere in carico il percorso diagnostico" fa sapere Loris Cervato, responsabile Settore Sociale di Legacoop Veneto.
Sono infatti, a oggi, solo dieci gli enti privati accreditati in Veneto (riconfermati rispetto allo scorso anno), distribuiti in sole quattro province: Vicenza, Treviso, Verona e Padova. "E sullo sfondo, gli utenti lamentano anche la persistenza di procedure non ancora pienamente standardizzate, aspetto che aumenta nelle famiglie l'incertezza e la confusione rispetto alla scelta dei passi da compiere - continua Cervato -. La cooperazione sociale da parte sua puo' contribuire ad affrontare e risolvere meglio questo problema fortemente presente pure nel nostro territorio, a sostegno delle scuole, e pertanto degli insegnanti, e a fianco delle famiglie e dei loro bambini".
(Wel/ Dire)
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