Affidamento condiviso, la legge compie 10 anni
Ordine Psicologi Lazio la esamina: una risorsa, con qualche criticita'
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 8 nov. - Le separazioni e i divorzi aumentano: secondo l'Istat, sono piu' che raddoppiati negli ultimi 20 anni. I figli, pero', continuano ad avere due genitori. E' del 2006 la legge 54, nota come legge sulla bigenitorialita': e' grazie a questa se oggi "il 90% degli affidamenti dei figli in caso di separazione e' condiviso. Prima del 2006, nel 90% dei casi di separazione consensuale l'affidamento era esclusivo, per lo piu' alla madre". Ce lo riferisce Anna Lubrano Lavadera, psicologa e organizzatrice del convegno che si e' svolto a Roma su "I dieci anni della legge 54/2006", promosso dall'Ordine degli Psicologi del Lazio.
Un'occasione per fare il bilancio su questa legge e sui risultati che questa ha prodotto.
"Prima della normativa, l'affidamento esclusivo era decisamente maggioritario e frutto di accordo tra i genitori: questo e' indice di una cultura nettamente genitoriale, che in questi 10 anni e grazie a questa legge si e' completamente trasformata". Oggi infatti sono del tutto residuali (circa il 10%) i casi in cui il Tribunale dispone l'affidamento esclusivo: "la legge ha dato impulso a una cultura della bigenitorialita', che e' in linea con i cambiamenti sociali avvenuti: le famiglie a doppia carriere, la partecipazione della donna al mondo del lavoro, la valorizzazione del ruolo paterno nell'accudimento dei figli". E il risultato e' decisamente positivo: "Non ci sono ricerche specifiche in Italia, ma studi americani dimostrano che l'affidamento condiviso tutela il figlio nel mantenimento del legame con entrambi i genitori, migliora l'autostima e la sensazione di essere ben voluto".
Nessun rimpianto, insomma, per il passato, anche se "bisogna riconoscere che le criticita' non mancano - riferisce ancora Lubrano Lavadera - Perche' se alcune famiglie ce la fanno e riescono a gestire l'affidamento condiviso in modo efficace; altre invece non ce la fanno e allora il conflitto diventa esasperato ed esasperante. Basti pensare alla recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha sanzionato un genitore per aver parlato male dell'ex-coniuge. Allora, nei casi in cui la conflittualita' rischia di paralizzare la vita del figlio, si rende necessaria una valutazione particolarmente attenta, che tenga conto anche delle altre ipotesi: l'affidamento esclusivo o, nei casi piu' gravi, l'affidamento a terzi". Ci sono poi casi ancor piu' gravi, come quelli in cui il figlio rifiuta uno dei genitori: parliamo di un numero residuale di situazioni, che oscilla tra il 6 e il 10%: ma sono situazioni molto complesse, che possono durare molti anni e invadere le aule dei tribunali".
Particolarmente complicata puo' essere poi la gestione della separazione e dell'affidamento, quando il figlio ha una disabilita'. "Ovviamente anche in questo caso vale il principio dell'affidamento condiviso, che pero' viene meno nel caso in cui uno dei genitori non riconosca la patologia, oppure ostacoli le cure, o quando si sottragga al proprio compito, reso piu' difficile appunto dalla disabilita'. E' importante pero' che tutte queste circostanze siano attentamente verificate".
Concludendo, l'affidamento condiviso e' indubbiamente una conquista positiva dell'ultimo decennio. "Ma e' necessario, perche' abbia successo, coordinare le decisioni della magistratura con gli interventi psicologici e sociali: un lavoro di rete tra i professionisti che operano nella vicenda, reso difficile e faticoso dalla carenza dei servizi locali, dovuta alla mancanza di risorse. Troppi sono i casi in cui si progetta un ottimo intervento, ma poi risulta impossibile a realizzarlo".
(Wel/ Dire)
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