(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 30 mar. - E' stata ascoltata in Senato il 22 marzo la Fand, una delle due principali federazioni delle associazioni per la disabilita', nel corso delle audizioni sulla legge per il "Dopo di noi". A illustrare proposte e osservazioni e' intervenuto Nazaro Pagano, presidente Anmic e vicepresidente Fand.
"La disciplina diretta a regolamentare misure di assistenza, cura e protezione delle persone con disabilita' grave prive di sostegno familiare costituisce uno dei punti piu' alti di quei compiti che gli articoli 3 e 38 della Costituzione affidano allo Stato - ha premesso Pagano - Se il perseguimento di tale scopo trova un consenso unanime, e' sulla individuazione degli strumenti idonei a conseguirlo che vi e' diversita' di opinioni". E proprio sugli strumenti, individuati dalla norma gia' approvata alla Camera e ora in discussione al Senato, la Fand ha espresso le proprie annotazioni critiche.
PARTIRE DALLE "CATEGORIE". Innanzitutto, per la Fand "non pare opportuno distinguere il dopo di noi dalla complessa questione della disabilita' dei gravi e gravissimi. Sarebbe stato opportuno affrontare complessivamente il problema, partendo innanzitutto dalla individuazione delle categorie". Infatti "i disabili gravi e gravissimi costituiscono una vasta area che racchiude forme e tipologie diversissime di disabilita': la disabilita' fisica e' diversa da quella psichica; la non autonomia e' diversa per i down, gli autistici, i malati di Sla e le persone in carrozzina. La diversificazione dei destinatari porta ad una disciplina piu' aderente e idonea a sopperire ed affrontare le esigenze connesse ai diversi tipi di disabilita'".
FONDI VARIABILI E INSUFFICIENTI. Rispetto alla questione delle risorse, "ancora una volta si affrontano i problemi con la politica dei 'fondi' variabili eventuali e insufficienti e non attraverso un sistema istituzionalizzato di prestazioni, servizi e aiuti economici essenziali, cui corrisponda una piena liberta' di scelta del disabile grave o di chi lo rappresenta".
AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO E TRUST. Critica e' poi la mancanza di una riferimento "al soggetto che dovra' assistere e rappresentare la persona disabile nel dopo di noi", quando "sarebbe stato opportuno introdurre una disciplina integrativa dell'amministratore di sostegno". Note critiche anche sul trust, di cui "non puo' non segnalarsi l'assoluta inadeguatezza come unico strumento idoneo per la tutela del dopo di noi. Il trust, come disciplinato, tutela non gli interessi dei disabili ma poteri economici sottostanti, ben visibili, che guardano alla disabilita' grave piu' che come un problema delle persone come un mercato". A tal proposito, Pagano cita i "diversi e molteplici istituti idonei a tutelare i soggetti privi di assistenza familiare": tra questi, il testamento, l'usufrutto, il fedecommesso assistenziale, l'atto di destinazione patrimoniale, la donazione modale ecc.
NESSUN COORDINAMENTO CON DDL CAREGIVER. La Fand critica poi "l'assenza di coordinamento con altri due disegni di legge, all'esame della Camera dei Deputati: il n. 3414/2015 relativo alla disciplina del caregiver; e il n. 1985/2014, che prevede la costituzione del patrimonio con vincolo di destinazione, modificando la disciplina del fedecommesso assistenziale".
DIRITTI NON DISCIPLINATI. "Un fatto certamente grave - osserva infine Pagano - e' costituito dalla mancanza di una disciplina sui diritti dei disabili gravi e sui poteri delle persone che li rappresentano in materia di diritti personali e personalissimi. Importante sarebbe stato disciplinare le forme di assistenza dei familiari, costretti ad abbandonare il posto di lavoro o che non hanno intrapreso alcuna attivita' lavorativa per assistere i disabili gravi, introducendo norme che assimilano la loro prestazione all'attivita' lavorativa, con tutte le conseguenze contributive e retributive connesse".
In conclusione, "sarebbe stato opportuno ridefinire l'intero assetto normativo e limitare, nelle more, l'intervento alla erogazione di una prestazione economica integrativa rispetto ai benefici gia' esistenti, in modo da meglio fronteggiare le esigenze attuali dei disabili gravi e gravissimi privi di sostegno familiare".
(Wel/ Dire)