Cinque (Lumsa): Gestirle con cautela e software flessibili e personalizzabili
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 30 mar. - "A partire dagli ultimi decenni del Novecento, l'universo della disabilita' nel mondo Occidentale e' stato caratterizzato da notevoli cambiamenti: un nuovo modo di interpretare la peculiarita' della condizione e i diritti correlati nelle societa'; lo sviluppo di politiche tendenzialmente piu' inclusive; la crescente visibilita' dell'associazionismo di categoria, portatore di istanze di partecipazione e di pressione in direzione di modelli inclusivi. A modificare il quadro hanno contribuito anche i progressi delle scienze mediche e psicopedagogiche e lo sviluppo tecnologico". Lo afferma Maria Cinque, professore associato di Pedagogia dell'inclusione e Metodologia di animazione di gruppo e di comunita' dell'Universita' Lumsa di Roma, che il primo aprile a Roma (in via di Porta Castello 44, dalle 15 alle 18) moderera' il seminario di presentazione del libro, a cura di paola Binetti, 'Lo spettro autistico'.
"Le nuove tecnologie sono da tempo all'attenzione del mondo medico, oltre che educativo, per la valenza facilitante che possono avere nella progettazione di programmi abilitativi personalizzati/individualizzati. In particolare- fa sapere la professoressa- si ritiene che le tecnologie informatiche siano particolarmente utili per i ragazzi con disturbi dello spettro autistico, in quanto esse, adeguatamente impiegate, riescono a costituire un supporto valido nei percorsi di intervento e di trattamento finalizzati al superamento dei deficit comunicativi e relazionali che notoriamente connotano tali disturbi per potenziarne l'apprendimento, la comunicazione e la socializzazione. Marisa Pavone (2010) afferma che 'il computer puo' favorire un migliore raccordo tra la personalizzazione del processo formativo per lo studente autistico e l'attivita' didattica della classe'. L'uso delle tecnologie informatiche permette di usare un canale comunicativo prevalentemente visuo-spaziale, particolarmente adatto alle caratteristiche dei ragazzi con disturbi dello spettro autistico. Inoltre- spiega Cinque- il linguaggio informatico, in quanto chiaro, strutturato e prevedibile, ha il grande pregio di non comportare inferenze emotive o sottintesi, incomprensibili per una persona con autismo".
Come osserva Giuliano Vivanet, studioso dell'Universita' di Cagliari, "in questi anni numerosi studi di sintesi e linee guida per la diagnosi e il trattamento dell'autismo sono stati elaborati dalla ricerca internazionale, mentre piu' frammentarie appaiono le conoscenze disponibili relative all'uso delle tecnologie in contesti pedagogico-didattici. Infatti, se i vantaggi dello strumento computer sono evidenti e dimostrati ma e' indispensabile ricordarsi che si tratta di uno strumento che va gestito con cautela attraverso software flessibili e personalizzabili, per evitare di alimentare ulteriormente la naturale rigidita' comportamentale, integrandolo in una progettazione psicoeducativa complessa, organizzata e articolata che presti attenzione a tempi e modalita' d'uso".
La professoressa della Lumsa conclude: "Cio' che deve essere sempre ricordato e' che e' necessario stimolare l'uso autonomo dello strumento, evitando pero' l'abbandono del ragazzo davanti al PC per evitare il rischio dell'irrigidimento in nuove stereotipie o la perseverazione incontrollata in attivita' ripetitive gratificanti. Oltre a questo, l'affiancamento da parte di un adulto o di un piccolo gruppo di pari consente di non alimentare l'isolamento sociale e le stereotipie comportamentali. L'esperienza d'uso incrementa le conoscenze tecniche e le stereotipie si riducono se il repertorio di possibilita', di conoscenze ed esperienze si accresce".
(Wel/ Dire)