(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 15 mar. - "La comunicazione tra medico e paziente deve essere oggettiva, veritiera, comprensibile, esaustiva, non fuorviante e sempre fondata sulle evidenze scientifiche. Questo per il medico e' un dovere, perche' il paziente ha il diritto di essere informato sulle questioni di salute che lo riguardano". Cosi' Giuseppe Lavra, vicepresidente dell'Ordine dei Medici di Roma, intervistato dall'agenzia Dire in occasione dell'incontro sulla comunicazione tra medici e cittadini.
"Il medico deve rapportarsi al paziente in modo empatico- ha proseguito Lavra- molto umano, non certo freddo e distaccato: quest'ultimo, infatti, e' un modo di praticare la medicina non avendone di fatto l'attitudine a svolgere tale professione. Il medico che non ha capacita' di entrare in empatia con il paziente, allora, e' bene che svolga un'altra professione. Lo ripeto: essere empatici e' un'attitudine e per chi svolge questa professione e' fondamentale". Secondo Lavra, nella comunicazione con il paziente il medico "non puo' non avere come riferimento il codice deontologico- ha quindi sottolineato- In questo ambito, allora, e' importante che i nostri colleghi si rendano conto di dover far uscire il nostro codice dal cono d'ombra nel quale si e' nascosto in questi anni, per arrivare a rendere attuativo cio' che dice soprattutto nell'ambito della relazione medico-paziente".
Ma cosa puo' fare l'Ordine dei Medici in questo senso? "Il ruolo dell'Ordine e' quello di far rispettare il codice deontologico- ha risposto all'agenzia Dire il vicepresidente dell'Omceo Roma- Essendo un organo ausiliario dello Stato, infatti, per legge e' preposto a tutelare il cittadino. Negli ultimi anni, pero', e' stato relegato in una condizione di marginalizzazione e non e' stato messo nelle condizioni di poter svolgere appieno il suo ruolo. Il rilancio del nostro ruolo sara' quindi all'attenzione del consiglio nazionale a cui partecipero', insieme al presidente Lala- ha concluso- come Ordine di Roma".
"Noi chiediamo- ha detto poi la consigliera Cristina Patrizi- che la medicina generale, che ben conosce proprio le necessita' e le strategie di comunicazione, dia un contributo forte alla formazione del medico, che possa cosi', in questo modo, concretamente portare il suo contributo. E quindi la creazione di dipartimenti di Medicina generale attraverso cui i colleghi possano fare il ruolo di gatekeeper della salute".
(Wel/ Dire)