(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 8 mar. - "Il 13% delle persone arrivate al Centro di primo soccorso e accoglienza di Pozzallo (Ragusa) sono donne e l'8% sono incinta. Abbiamo constatato deficienze importanti nelle condizioni di accoglienza e di protezione. Il Centro ha poco in considerazione i bisogni individuali". Lo ha detto Aure'lie Ponthieu, humanitarian specialist on displacement, di medici senza frontiere (Msf) Belgio, al seminario sulle donne rifugiate.
Medici senza frontiere ha affermato: "Nel Centro non c'e' separazione tra uomini e donne e le condizioni igieniche non sono buone. Abbiamo presentato una relazione e poi lo abbiamo abbandonato alla fine del 2015, sollevando diverse questioni sulla gestione amministrativa e sulle persone espulse senza aver avuto accesso ad alcuna assistenza legale e formativa". A Pozzallo, continua Ponthieu, "abbiamo visto, durante il nostro intervento nel 2015, un luogo gestito nell'urgenza nonostante fosse operativo da alcuni anni. Noi eravamo coinvolti in un progetto di collaborazione con il ministero della Salute per garantire un'assistenza primaria a quanti si trovavano in mare e poi venivano trasportati li'".
Mdf opera in diversi paesi europei e in particolare lavora sulle due strade migratorie principali d'ingresso in Europa: quella tra la Grecia e i Balcani e quella tra e la Libia e l'Italia.
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