Muore Simone Sandretti, fondatore del Torino Mad Pride
A sua volta utente psichiatrico, da anni si batteva per diritto di partecipazione dei "matti"
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 1 mar. - Mentre l'Italia tornava a interrogarsi sulle morti da Tso e (finalmente) su un approccio alternativo alle cure psichiatriche, in seguito alle rivelazioni sul caso Soldi, a Torino se n'e' andato un personaggio che quell'alternativa la stava teorizzando e praticando dal basso, da almeno cinque anni. Simone Sandretti e' stato il fondatore del Torino Mad Pride, il collettivo che dal 2011, oltre a organizzare una parata annuale degli utenti psichiatrici, agiva come un vero e proprio sindacato di categoria dei matti. Avrebbe compiuto quarant'anni tra qualche mese, e lascia una compagna e due figli piccoli: nelle ore successive alla sua morte, il suo profilo facebook era gia' letteralmente invaso da decine di messaggi, foto, ricordi e dalle domande incredule di amici e conoscenti.
Non e' importante, in questa sede, dilungarsi sulle circostanze della sua morte, che la famiglia ha comunque scelto di tenere riservate. Cio' che conta, invece, e' la lotta che, fino alla fine, Simone aveva cercato di portare avanti per un pieno riconoscimento del diritto di cittadinanza dei cosiddetti matti; e per un dialogo tra i folli e il resto della societa' che andasse oltre la coercizione, il pietismo o lo stesso concetto di "guarigione".
Nel 2011, di fronte all'eventualita' di un ennesimo ricovero "spontaneo", Sandretti (diagnosticato qualche anno prima come "disturbo bipolare grave") si era dato alla macchia, fuggendo dapprima a Roma e poi di nuovo a Torino, nascosto in casa di amici. "Proprio in quei giorni - ci avrebbe confidato qualche anno piu' tardi - iniziai ad avere una visione, quella dei matti che sfilavano in corteo per le strade della citta'. Quando iniziai a parlarne con Luca Atzori, e con quello che poi sarebbe diventato il direttivo del nostro movimento, fummo tutti d'accordo nel credere che quel delirio meritasse di trasformarsi al piu' presto in realta'". A meno di un anno da quelle riunioni, nel giugno del 2012, il Mad Pride avrebbe in effetti organizzato la prima marcia a livello europeo per la rivendicazione dell'Orgoglio dei matti, evento che da allora si e' tenuto ogni anno. Non solo; con i suoi compagni, oltre a promuovere happening e rassegne culturali, Sandretti avrebbe presto iniziato a svolgere attivita' di mediazione tra utenti e istituzioni dei servizi psichiatrici, agendo di fatto come un vero e proprio sindacalista dei folli: a tal proposito non e' esagerato dire che il Mad Pride abbia anticipato la sanita' e la psichiatria italiana, che qualche mese fa si sono finalmente decise a lanciare, in diversi distretti Asl del Paese, una serie di sperimentazioni basate per l'appunto sul dialogo e la mediazione, piu' che sul ricovero e la farmacologia coercitiva.
Nel maggio del 2014, Sandretti era stato forse il piu' entusiasta e convinto tra i promotori dell'occupazione dell'ex Centro di salute mentale di via Gorizia (Torino sud), occupato dal Mad Pride dopo anni di abbandono e presto ribattezzato "Repubblica dei matti". Al punto che - nel tentativo di resistere allo sgombero - fini' per fratturarsi una gamba, cadendo dal tetto della struttura e procurandosi cosi' l'ennesimo ricovero in un reparto di psichiatria. Dal quale fuggi' pero' nel giro di qualche giorno, tornando a occupare quello spazio con un pugno d'altri utenti, in barba ai chiodi ortopedici che gli tenevano insieme le ossa dal ginocchio alla caviglia. Non a caso, il modello di quell'occupazione era la Weglaufhaus, la "Casa del fuggitivo" occupata nel '98 a Berlino per offrire un riparo a quanti volessero sottrarsi dalle pratiche piu' invasive e coercitive della psichiatria tradizionale.
(Wel/ Dire)
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