(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 1 mar. - Fare vuoto psichico nella vita quotidiana fa bene a livello psico-biologico. Parola di medici, saggi e psicologi come Raffaele Morelli e Carl Gustav Jung.
Ti avvicini al vuoto almeno una volta al giorno? Ci sono due tipi di vuoto. Il vuoto che cerco io e' fatto di buio, di nulla, e' una dimensione dove non ci sono pensieri. Se, per esempio, mi trovo a dover prendere una decisione, chiudo gli occhi e cerco il vuoto. Poi c'e' il vuoto che viene da se', spontaneamente: e questa e' un'ottima cosa! Per esempio quello dei bambini che si distraggono molto, che s'incantano; oppure quello dal quale, silenziosamente, senza chiedere il tuo parere, senza pensieri, si forma incessantemente la persona che sei. Una sorgente sconosciuta che sta realizzando te, sta facendo il tuo essere come va fatto, e per la quale la tua opinione conta meno di niente. Ecco a cosa serve il vuoto: a ricordarti che non sei tu il protagonista, che c'e' qualcosa che ti sta creando e sa cosa fare, quando piangere, quando ridere, quando fare l'amore, quando irritarsià E' chiaro che non ha modelli, segue un suo stile, cos'altro dovrebbe fare? Mentre tu insisti a mettere paletti: vado bene, non vado bene, sono giusto, sono sbagliato, ieri ho fatto cosi', dovevo fare diversamente, e poi ho avuto un'infanzia difficile, mi maltrattavanoà Ma cosi' chiedi al tuo artefice di rispettare una serie di codici che non sono i suoi: sarebbe invece un'ottima cosa lasciar perdere tutto e affidarsi totalmente al vuoto.
Plutarco scriveva "La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma, come la legna da ardere, ha bisogno solo di una scintilla che la accenda". Quanto piu' vuoto realizziamo in noi, tanto piu' sapere innato attingiamo.
L'operazione da fare quando stiamo male e' molto semplice: ricordarsi che c'e' un luogo segreto dentro di noi, il nostro spazio vuoto. In quel silenzio invisibile che ci abita, la' dove non ci conosciamo, c'e' la nostra essenza e assieme la guarigione da ogni disagio. Perche' siamo, principalmente, proprio cio' che non vediamo di noi stessi. In quel silenzio rarefatto e invisibile che abita ognuno di noi c'e' la prevenzione, la cura, la soluzione dei nostri disagi".
Ogni tanto faremmo bene a chiederci "Quanto 'vuoto' c'e' stato nella mia giornata?" I miei pazienti sono sulla strada giusta quando non cercano di risolvere quelli che chiamano "i loro problemi"."Non devo salvare il mio matrimonio" oppure "non devo cambiare vita" sono alcune delle frasi che permettono all'anima di compiere i suoi prodigi, di produrre i suoi effetti terapeutici. Il vuoto ha piu' poteri di qualsiasi ragionamento, di qualsiasi farmaco, di ogni sforzo di volonta'.
Secondo la Kabbalah, il fondamento che sostiene tutta l'esistenza e' l'Ain, il Nulla metafisico. Uno dei versi biblici che giustifica questa affermazione e' (Giobbe 26,7): "Tole' aretz al blimah", "sospende la terra sul Nulla". (Nadav Crivelli) Il vuoto ricorda all'anima il suo navigare nel Senza Tempo.
Certamente non ce la puoi fare se pensi di avere un problema irrisolvibile, se la prima cosa che fai e' chiamare qualcuno per lamentarti, oppure se cominci a rimpiangere il passato, a pensare a come stavi meglio allora, o a considerare come altri hanno affrontato quel problema; non ce la puoi fare cosi'à! Bisogna, giorno dopo giorno, procedere come esseri sconosciuti a se stessi e la vita aprira' strade nuove, offrira' nuove soluzioni: ma spesso non ce ne si accorge, perche' la mente e' troppo centrata sull'identita' consueta, e non vede.
(rac/ Dire)