A Napoli riguarda circa "20 mila persone". Lanciata piattaforma di crowdfunding per 'Frutteria'
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 31 mag. - Dallo stigma si puo' venir fuori, ma non e' sempre facile soprattutto se si tratta di disagio mentale. "Si teme molto di piu' una persona con disturbi psichici che un tossicodipendente o un alcolizzato", afferma alla DIRE Monica Mazza, una volontaria dell'associazione di promozione sociale napoletana Noos (per un futuro diverso). Una realta' nata nel 2010 dai cofondatori Claudio Calvino e la psicologa psicoterapeuta Maria Cristina Gentile, nella dorata sede dello storico Gran Caffe' Gambrinus di Napoli.
L'associazione e' costituita da persone utenti delle Salute mentale stabilizzate, familiari, professionisti e volontari, con lo scopo di reintegrare, "dopo la fase terapeutica ed eventualmente di riabilitazione, le persone con disagio mentale stabilizzate e idonee al recupero sociale", precisa il presidente Claudio Calvino. "Noi promuoviamo percorsi di socializzazione e formazione lavorativa per farli partecipare direttamente alla realizzazione di un proprio futuro diverso".
Da questa premessa nasce il progetto di cooperativa sociale 'Frutteria', insieme alla Fondazione Banco Napoli: "Abbiamo lanciato la 'Piattaforma di Crowdfunding Meridonare' che aiutera' l'associazione a realizzare la prima trasformazione di un Gruppo Lavoro Noos in una cooperativa sociale di tipo 'B'- chiosa il presidente- che dovra' appunto prevedere almeno il 30% del personale con disagio mentale. 'Frutteria', una volta a regime- sottolinea Calvino- produrra' prodotti biologici e li trasformera' in prodotti da banco a base di frutta".
Il cofondatore dell'associazione fa presente che "sono circa 20 mila le persone nella citta' di Napoli che soffrono di disagi psichici dalla schizofrenia alla depressione. In verita' il numero e' maggiore- ammette- se consideriamo le ripercussioni nell'ambito sociale e familiare. Queste persone vengono generalmente prese in carico dalle Asl e portate alla stabilizzazione- continua Calvino-, spesso poi occorre una riabilitazione ma, terminato il lavoro delle Asl, sono lasciate a loro stesse correndo il rischio di tornare all'autoisolamento e alla depressione. La paura del pazzo e' ancora forte. Noi vogliamo quindi realizzare la terza fase, quella del recupero sociale per quanti sono idonei a farlo- aggiunge il presidente di Noos- cosa che ci permettera' di monitorarli attraverso un vero e proprio tutoraggio che evitera' eventuali Tso. In questa impresa ci sostengono la Fondazione Banco di Napoli e l'Asl Napoli 1 Centro, attraverso il Dipartimento Salute Mentale".
Il sogno della psicologa Gentile e' che il Progetto Noos diventi qualcosa di "strutturato, che permettera' ai gruppi di lavoro di diventare cooperative sociali che aiuteranno le persone 'fragili' a trovare lavoro, incrementando l'occupazione e riducendo i costi pubblici". Le attivita' della Noos "nonostante i momenti alti e le difficolta', e' riuscita a rendere attivi fino a tre centri di integrazione, con punti d'ascolto e diversi Gruppi Lavoro e di socializzazione (TeatroEventi, Informatica, Lingue, Cultura-Turismo, Sportivo (Calcetto) e Orto Biologico)". Infine ha istituito un 'Tavolo Tecnico Progetto Noos', ospitato dalla Confcommercio di Napoli, per sottoscrivere con enti e istituzioni (Dipartimento S.M. AslNa1, la Curia di Napoli, rappresentanti regionali, comunali, provinciali, la stessa Confcommercio, Confindustria e Confapi) un protocollo d'intesa che portasse a regime il progetto di reinserimento di persone stabilizzate a livello sanitario e riabilitativo nella famiglia e nella societa'. "Oggi, dopo serie difficolta' organizzative per mancate risposte alle richieste di spazi operativi e finanziamenti, grazie a un duro lavoro- conclude Calvino- e' impegnata a rendere operativa la prima Cooperativa Sociale Noos".
(Wel/ Dire)