Il 6 giugno convegno sui risvolti clinici e sociali della legge con Binetti ed esperti
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 31 mag. - Raccordare il mondo dell'infanzia con quello dei giovani autistici e', secondo Paola Binetti, neuropsichiatra infantile e deputata Ap, "uno dei punti piu' importanti della legge sull'autismo. Fino a poco tempo fa, quando un autistico raggiungeva i 18 anni usciva dall'attenzione particolare che gli veniva data dal mondo dei neuropsichiatri infantili, degli psicologi, della scuola e da tutta una serie di iniziative tendenti a valorizzarne la presenza e a stimolarne le capacita'. Con la maggior eta'- prosegue l'esponente della commissione Affari sociali alla Camera- entrava in un sorte di tunnel in cui non solo la stessa diagnosi di autismo veniva annacquata in una generica diagnosi di disturbo psichiatrico, ma venivano anche meno tutte quelle misure volte a stimolarne i talenti e le capacita', tenendo conto della specificita' della sua persona e della sua presenza".
Questo sara' il tema che animera' il convegno 'Prendersi cura dello spettro autistico. La legge 134/15 e i suoi risvolti clinici e sociali', che si terra' il 6 giugno a Pavia, nell'Aula Goldoniana del Collegio Ghislieri in Piazza Ghislieri 5 alle 21. Un occasione per presentare l'ultimo libro a cura di Paola Binetti dal titolo 'Lo spettro autistico' (Magi Edizioni).
"Presenteremo questo libro a Pavia perche' qui c'e' sempre stata una grandissima attenzione al giovane adulto autistico.
L'esperienza di Cascina Rossago, comunita' agricola pensata per i giovani autistici- prosegue la professoressa dell'Universita' Campus Bio Medico- ha il pregio di coinvolgerli in un'attivita' importante che ha anche obiettivi produttivi: allevano i lama e ne traggono profitto. Con interesse e pazienza questi giovani vengono messi in contatto con esperienze di lavoro in un contesto protetto che li stimola".
Dan qui la scelta della neuropsichiatra infantile di presentare il suo libro "proprio laddove la legge e' stata gia' anticipata da riflessioni di natura scientifica, interventi sul piano sociale e misure sul piano assistenziale e clinico. Quella di Cascina Rossago e' un'esperienza importante e interessante- conclude Binetti- e il suo fondatore, Francesco Barale, e' riuscito a ricostruire la storia biografica di un autistico dall'infanzia fino al tempo che sia, senza lasciarlo solo o intervenendo con una linea di frattura che il ragazzo potesse percepire come una discontinuita' che lo disorienterebbe".
Al convegno il professor Barale si occupera' di "adulti innanzitutto, con autismo e disabilita' mentale, che e' la parte del problema piu' grave e sulla quale c'e' minore attenzione. Il destino a lungo termine dei soggetti autistici e' l'area piu' negletta- continua il presidente della Fondazione Genitori per l'Autismo- bisogna progettare interventi long-life perche' si tratta di un disturbo long-life".
Sull'esigenza di una revisione delle linee guida, il professore precisa che sara' "un'impresa molto difficile. Ci sono poche evidenze, tuttavia bisognera' occuparsene. Molti adulti coinvolti nella sindrome sono incorsi in altre diagnosi e seppelliti in istituzioni di vario tipo. C'e' tutto un sommerso da indagare". Barale parlera' anche di 'contesti': "Qualunque inclusione che funzioni implica un lavoro sul soggetto autistico e- spiega il docente universitario- di riorganizzazione dei contesti per renderli 'autism friendly'".
In ultimo, l'ineludibile questione della residenzialita': "Non possiamo non chiederci di che tipo dovra' essere e quale la sua funzione".
Il 6 giugno si aprira' quindi una riflessione sulla diagnosi e l'intervento in tutto il ciclo di vita e lungo tutto l'arco dello spettro in un luogo, Pavia, che vanta un primato: "L'Universita' di Pavia ha una lunga tradizione di ricerca e assistenza nell'autismo, sia in ambito della neuropsichiatria infantile che per quanto riguarda l'adulto. La prima fattoria sociale pensata e realizzata per i giovani adulti con autismo, Cascina Rossago, e' stata aperta qui a Pavia dalla Fondazione Genitori per l'Autismo nel 2002. C'e' una lunga esperienza in questo senso- chiosa il coordinatore dell'evento, Pierluigi Politi-. Accanto a cio' il Laboratorio Autismo: una struttura universitaria che da molti anni fornisce consulenze diagnostiche e pareri su tutto l'arco dello spettro, di cui adesso ne sono il responsabile".
Da cosa partire? "Intanto c'e' il problema del riconoscimento", afferma Politi, professore di Psichiatria dell'Universita' di Pavia. "Siccome nell'arco di 70 anni di vita di questo disturbo i criteri sono molto cambiati, la questione del riconoscimento si pone lungo tutto l'arco dello spettro: dalle condizioni piu' gravi, dove paradossalmente la diagnosi e' piu' semplice, a quelle piu' lievi e che richiedono comunque delle cure ma in un'altra prospettiva". Capita "spesso- sottolinea lo studioso- di fare una diagnosi di disturbi dello spettro autistico per la prima volta a persone adulte, misconosciute nella loro vita. La diagnosi e' importante per poi intervenire con soluzioni adeguate a seconda dei diversi livelli d'intensita' del disturbo".
Interverranno al seminario, oltre Binetti, Barale e Politi, anche Umberto Balottin, professore dell'Universita' di Pavia; Daniele Bosone, esponente dell'IRCCS Fondazione "Istituto neurologico nazionale casimiro Mondino" (Pavia e Provincia di Pavia); Magda di Renzo, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO); Armando Marco Gozzini, direttore socio sanitario dell'Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) di Pavia; Paolo Mazzarello, Universita' di Pavia; e gli esponenti delle associazioni Associazione autismo Pavia, Dosso Verde, Fondazione Genitori per l'autismo.
(Wel/ Dire)