(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 17 mag. - Fatmir ha 10 anni, vive in uno dei piu' grandi campi profughi del Libano, e' la piu' piccola della sua famiglia. Ha una diagnosi di autismo con epilessia e, nonostante l'ottimo grado di educazione dei parenti, e' molto difficile interagire con lei, perche' i suoi sintomi compromettono la funzionalita' di base e lo sviluppo cognitivo motoria. Fatmir e' una dei bambini che frequenta i corsi di musicoterapia di "Music and Resilience".
Da sempre legatissima alla sua mamma, non aveva sviluppato nemmeno un minimo di autonomia e, per colpa della sua epilessia non controllabile che le causa crisi anche molto frequenti, e' sottoposta a costanti cure farmaceutiche per ridurre i sintomi. "Il suo limitatissimo interesse nel mondo intorno a lei e l'assenza di segnali di motivazione a giocare- spiega il suo musicoterapeuta- ha portato l'equipe di salute mentale a decidere di iniziare la musicoterapia, consci anche del conclamato successo che questo tipo di terapia ha con bimbi autistici".
Fatmir ha cominciato musicoterapia nel 2012. Obiettivi, reagire meglio all'ambiente circostante (usando, per esempio, giocattoli e oggetti) e motivare l'interazione sociale con il potenziamento delle sue capacita' comunicative. Nel percorso non sono mancati i problemi: le sue crisi, uno spazio ristretto difficilmente trasformabile in ambiente musicoterapeutico: "Data la gravita' del caso, i progressi sono molto lenti. Comunque Fatmir reagisce molto bene alla musica, balla in risposta al ritmo. Le sue reazioni agli strumenti indicano una curiosita' a esplorarli, ha iniziato a produrre suoni vocali nel tentativo di 'cantare' con le musiche che sente. Purtroppo i progressi non sono costanti, compromessi dalla mancanza di tempo e dai problemi di salute". Nonostante questo, la bambina ha cominciato a generalizzare le sue nuove acquisizioni, interagendo maggiormente con il musicoterapeuta durante le sedute, con gli strumenti e con le persone intorno a lei. Ed e' piu' capace di esprimere le sue emozioni: comunica felicita' quando sente la musica e le canzoni e riesce meglio a esprimere il rifiuto o il fastidio.
Osama, invece, di anni ne ha 12. Ha un ritardo mentale medio, ritardo del linguaggio e difficolta' motorie. Vive in un campo profughi libanese con la sua mamma, che lavora in un negozio di vestiti, sua sorella e suo fratello. Suo papa' e' detenuto in un carcere all'estero. "Anche con lui abbiamo cominciato la musicoterapia nel 2012, sotto la supervisione dello psicomotricista. Poco dopo si e' notato un miglioramento nell'organizzazione dei suoi processi di pensiero e nelle sue capacita' adattive. Ha sviluppato le capacita' di 'turn-taking' nel gioco ed e' riuscito a memorizzare brevi canzoni. È migliorata la funzionalita' di mani e piedi, e abbiamo notato un potenziamento delle capacita' comunicative e un conseguente aumento di autostima".
(Wel/ Dire)