Castelbianco: Vulnerabilita' e fragilita' non sono cosi' manifeste
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 3 mag. - "Queste situazioni drammatiche si ripetono con una frequenza agghiacciante. Non parlo di percentuali, ma di vite umane che se ne vanno lasciando un grande vuoto e grandi interrogativi a noi adulti che continuiamo a chiederci se avremmo potuto impedirlo. Purtroppo nessuno e' in grado di predire se un figlio, un fratello o un compagno decide di togliersi la vita, non vi sono segni particolari che possano spingere i familiari e gli amici a diventare consapevoli di una situazione cosi' tragica". E' il commento di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva, sul suicidio di un quindicenne di origine albanese che il 25 aprile si e' tolto la vita a Brescia, lanciandosi dal Santuario della Madonna del Castello di Carpenedolo.
"È importante ribadire che la vulnerabilita' e, in questo caso, la drammatica fragilita' non sono una cosa cosi' manifesta- prosegue lo psicoterapeuta- pertanto tutti possiamo registrare una grande sensibilita', una capacita' di pensiero profonda, un animo gentile, ma niente di piu'. Immaginate che in questo istante la famiglia, gli amici, i conoscenti e le ragazze che non hanno mantenuto una relazione amicale con il giovane, stanno tutti veramente male, ma tutti sono senza colpa".
Castelbianco conclude: "È da sottolineare che la decisione da parte del giovane adolescente sia stata determinata e intenzionale come progetto deciso anzi tempo e realizzato nel momento, secondo lui, piu' opportuno per non essere fermato".
(Wel/ Dire)