Gli 'angeli del sostegno': ex pazienti aiutano chi ha disagio
Sono 115 le persone impegnate nelle province di Milano, Como, Varese, Pavia e Brescia
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 3 mag. - "La molla che mi ha fatto agire e' stata la scoperta che tanta sofferenza patita non era fine a se stessa ma potevo trasformarla in qualcosa di utile per gli altri". Luisa Rampazzo da circa un anno e mezzo aiuta pazienti psichiatrici e lo fa da persona che a sua volta ha problemi di salute mentale. "Solo che ora vivo una fase in cui sto bene", spiega. E come lei tra le province di Milano, Como, Varese, Pavia e Brescia ci sono altri 115 "angeli del sostegno psichiatrico", piu' tecnicamente definiti come Esp (Esperti in supporto tra pari) e che sono pazienti o ex dei servizi psico-sociali. L'Universita' Bicocca di Milano ha realizzato una ricerca sugli Erp. Hanno un'eta' che varia dai 22 ai 68 anni, quasi la meta' ha un titolo di studio di scuola media superiore e il 15% una laurea. Tre su dieci lavorano e la maggior parte vive in famiglia. "Non sono medici psichiatri, psicologi, infermieri e nemmeno educatori o assistenti sociali- spiega Antonino Mastroeni, psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda socio sanitaria territoriale Lariana (Como)-. Sono persone che hanno saputo trasformare in risorsa l'esperienza di un disturbo mentale e oggi svolgono il proprio lavoro in modo professionale. Si sono sottoposti a un percorso di formazione e hanno superato una selezione. E oggi, svolgono un'attivita' che viene rimborsata grazie a una sperimentazione finanziata da programmi innovativi di Regione Lombardia".
Luisa e' presidente dell'associazione di Legnano "Pari e dispari", composta da soli utenti dei Centri psico sociali, e segretaria della Rete utenti salute mentale della Lombardia (Rul). "Inoltre svolgo il ruolo di facilitatrice in un gruppo di aiuto mutuo aiuto di donne con disturbi d'ansia. "Spesso il problema che vive chi ha un disagio psichico e' di non essere capito dagli amici o dai parenti- aggiunge Luisa-. Tendono a minimizzare, perche' la malattia mentale non si vede e non riescono a cogliere la sofferenza che proviamo. Per questo puo' essere importante nel percorso di cura incontrare qualcuno che ci e' gia' passato e sa meglio di tanti altri cosa sta provando".
"Gli Esp rappresentano sia una modalita' di coinvolgimento e attivazione dei cittadini utenti -spiega Mara Tognetti, direttrice del Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale della Bicocca -, sia una risorsa importante del welfare generativo e un esempio di come il nuovo welfare debba e possa coinvolgere i cittadini sulla base delle loro competenze e capacita'". Dalla ricerca della Bicocca emerge che gli Esp svolgono attivita' di varia natura, e di norma sono impegnati in piu' di una (75%): affiancamento nei confronti di altri utenti (55%), interventi di risocializzazione - residenziali e nel territorio ( 48%), conduzione e facilitazione in gruppi di auto mutuo aiuto (40%), attivita' di front office nel servizio di salute mentale (30%).
Inoltre effettuano testimonianze e interventi in iniziative di formazione (59%) e di sensibilizzazione e lotta al pregiudizio su temi di salute mentale (58%). Il 70% degli Esp riceve un compenso per un impegno variabile tra 1-2 ore fino a 24 ore settimanali (in media 8 ore). Infine, il 48% e' molto soddisfatto di quel che fa e il 60% vuole continuare ed eventualmente aumentare il proprio impegno.
(Wel/ Dire)
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