(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 3 mag. - Bocciato dalla Corte di cassazione il ricorso di una donna che si era qualificata 'psicomatista di impresa' e che era stata condannata dal Tribunale di Ravenna per aver "esercitato abusivamente la professione di psicologo" in quanto i clienti che si rivolgevano alla ricorrente "a causa di disturbi di natura psicologica ottenevano sulla base di sedute fondate sul dialogo, una guida comportante l'indicazione dei rimedi volti alla prevenzione del disagio e/o guarigione del paziente".
Accettata quindi la tesi della "Corte territoriale che esclude dunque coerentemente la ricorrenza nel caso di specie, connotato di fatto da attivita' di diagnosi e cura, dell'attivita' di counselling psicologico". Attivita' quest'ultima che e' esclusiva dello Psicologo iscritto all'Albo.
(Wel/ Dire)