(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 26 lug. - Con l'hashtag #AerieReal l'omonimo marchio di intimo femminile ha lanciato una campagna pubblicitaria decisamente inconsueta mettendo al bando l'utilizzo del fotoritocco e dando visibilita' a corpi reali e non obbligati nei modelli di bellezza femminile a cui siamo abituati. Forse i modelli di bellezza femminile votati ad un'impossibile magrezza sono arrivati al capolinea? Come potrebbe cambiare l'atteggiamento verso l'alimentazione? L'obiettivo sarebbe quello di sostenere l'autostima delle donne e di aiutarle ad accettare e valorizzare il proprio corpo; questi gli intenti di Aerie che, dal 2014, ha iniziato a eliminare il fotoritocco dalle foto delle proprie campagne pubblicitarie dando visibilita' ai corpi reali di modelle di tutte le taglie.
Obiettivo piu' che raggiunto stando ai trend delle vendite tutt'ora in ascesa. La scelta controcorrente del noto marchio americano sembra sia stata piu' che premiata dalle clienti che potrebbero finalmente riconoscersi in modelli di bellezza femminile piu' veritieri e meno omologanti.
ALIMENTAZIONE E MODELLI DI BELLEZZA FEMMINILE - I modelli di bellezza femminile veicolati solitamente dalle campagne pubblicitarie propongono una magrezza spesso irrealistica, sono irraggiungibili per la maggior parte delle donne eppure vengono costantemente riproposti come icone vincenti di felicita' e successo. Spesso inoltre sono utilizzati per commercializzare prodotti alimentari ipercalorici e ipernutrienti del tutto in contraddizione con quei corpi snelliti e levigati a colpi di Photoshop. Alcuni di voi ricorderanno ad esempio l'immagine simbolo della campagna pubblicitaria di un noto marchio di gelato la cui testimonial era un'eterea (ma immancabilmente ammiccante) Eva Longoria intenta a mordere l'involucro di triplo cioccolato di un gelato industriale dai connotati calorici e nutrizionali tutt'altro che "light".
Esempi simili se ne potrebbero fare a decine, sono messaggi subdoli e contraddittori che possono colpire la nostra autostima e il senso di autoefficacia riguardo alle nostre scelte alimentari.
SE LE IMMAGINI VEICOLANO MESSAGGI PARADOSSALIà - L'esempio del messaggio pubblicitario che ho descritto non viene immediatamente decodificato dal fruitore, non stimola un ragionamento critico perche' non comunica attraverso le parole ma soprattutto mediante le immagini. Le immagini creano un impatto emotivo sull'osservatore che processera' con piu' probabilita' tale messaggio attraverso una via diretta, che colpisca all'emotivita' senza attivare un ragionamento critico (Petty e Cacioppo, 1986). In una sola immagine ci viene proposto un modello di bellezza femminile da ammirare e da emulare perche' vincente e, allo stesso tempo, mediante quello stesso modello ci si sta offrendo un prodotto alimentare ipercalorico e dal valore nutrizionale dubbio ma posto sullo stesso piano di desiderabilita' della modella in questione. E tutto senza che il piu' delle volte ce ne rendiamo conto! Davanti a questo tipo di immagini paradossali (non le uniche per fortuna ma ancora molto diffuse) la nostra mente e', in altre parole, posta all'interno di un dilemma che non sa risolvere.
MODELLI IRREALISTICI E FAME EMOTIVA - Questo tipo di messaggi rischiano di alimentare frustrazione e insoddisfazione per il proprio corpo, quello "reale" e "in carne e ossa" cosi' distante (e come potrebbe essere altrimenti?) da quello della modella nella foto. E' questo un fenomeno che in psicologia e' noto come "confronto verso l'alto" (Festinger, 1954): incerti su noi stessi e sul valore della nostra immagine ci rivolgiamo ai modelli irrealistici proposti dai media per individuare un modello di eccellenza a cui tendere senza tuttavia poterlo raggiungere. La conseguenza puo' essere un aumento di insoddisfazione verso il proprio corpo, una diminuzione della propria autostima e, perche' no, una maggior probabilita' che si ceda alla fame emotiva (magari mangiando proprio quel gelato!) dato che la disinibizione alimentare sarebbe favorita, fra l'altro, proprio da fattori di stress che implicano sentimenti negativi riguardo a se stessi (Heatherton, Herman e Plolivy, 1992).
LA BELLEZZA IN CARNE E OSSA! - Alla luce di tutto questo, non stupisce il successo della scelta pubblicitaria di Aerie, che ha saputo sfruttare la notorieta' del proprio marchio per sfatare uno dei falsi miti piu' diffusi nel mondo occidentale: che bellezza e felicita' risiedano in un corpo magrissimo, quasi etereo. Le modelle di Aerie sono alcune piu' snelle, altre piu' curvilinee, hanno una pelle reale fatta di pieghe, segni e disomogeneita' cromatiche e, come se non bastasse, indossano modelli di costumi da bagno e di intimo anche molto variegati fra loro, insomma sono reali e, proprio per questo, non sono tutte uguali! Sarebbe interessante che anche altri marchi seguissero l'esempio e che magari utilizzassero tali modelli anche per pubblicizzare cibi, si spera, nutrizionalmente piu' validi. Nel frattempo: occhio alle immagini che ci vengono proposte! (Wel/ Dire)